Serie A

Inter, Inzaghi suona la quinta: il focus sul momento nerazzurro

Cinque, come i gol rifilati alla Salernitana, sei come le vittorie di fila che portano l’Inter ad un passo dal titolo di campioni d’inverno. I nerazzurri non si smentiscono neanche questa volta, e sul campo dell’Arechi il risultato è severo. Massimo risultato ottenuto con il minimo sforzo: i Campioni d’Italia in carica sono ancora la squadra da battere, anche se non serviva un’agevole vittoria con la Salernitana per dimostrarlo.

Quando l’intelligenza societaria fa la differenza

Con Simone Inzaghi sulla panchina nerazzurra si pensava di aver fatto un passo indietro rispetto a Conte. Aggiungendo anche le importanti cessioni di Hakimi e Lukaku, il danno irreparabile sembrava esser stato fatto. Nulla di tutto ciò è però accaduto. Con la mancanza di due uomini chiave come Achraf e Romelu, molte altre squadre avrebbero perso la retta via e i punti di riferimento, l’Inter no. Un mercato studiato a puntino ed un allenatore preso su misura per i nerazzurri hanno fatto sì che ciò non accadesse.

La società non si è lasciata prendere dalla crisi che ha colpito il calcio per via della pandemia, ed ha investito il denaro in maniera oculata e mirata, compiendo un lavoro eccelso. Minima spesa, massima resa: gli acquisti di Dzeko, Correa, Calhanoglu e Dumfries non hanno fatto rimpiangere i pesanti addii estivi. Acquistati per tempo, hanno avuto tempo di ambientarsi, far spogliatoio e adattarsi al gioco del nuovo allenatore. Competenza, freddezza e visione: con questi tre pilastri la società ha ricostruito il futuro dell’Inter per provare a mantenerla sui livelli dello scudetto vinto, e per ora ci sta riuscendo largamente.

Fattore Inzaghi

Il gioco di Inzaghi è fluido, solido e compatto. Intelligenza tattica e forza del gruppo hanno dimostrato ancora una volta che possono essere la chiave di volta in campo. Il gioco dell’Inter è sicuramente diverso dalla scorsa stagione, sono cambiati gli interpreti, ma non la sostanza. Si può parlare di schemi meno arrembanti e improntati sulla velocità, serve più collaborazione di squadra, che deve salire per dar supporto a Dzeko, sicuramente non veloce come Lukaku. I centrocampisti e gli esterni sono più alti, vicini agli attaccanti, per aiutarli nella manovra offensiva. Il modulo è lo stesso, cambia lo stile di gioco ma non il risultato, che è sempre sorprendente.

Complicità offensiva

Ad impressionare è la complicità offensiva disarmante con la quale l’Inter sta procedendo in campionato. L’armata nerazzurra è una macchina da gol, non a caso detiene il miglior attacco del campionato, ed anche largamente. Infatti rispetto al secondo miglior rendimento offensivo (Atalanta) ci sono ben 11 reti di differenza. Sembrava difficile far meglio dello scorso anno, invece gli uomini di Simone Inzaghi ci stanno riuscendo: la scorsa stagione con Conte si viaggiava ad una media di 2,34 gol segnati a partita; quest’anno, con 48 reti messe a segno si viaggia sui 2,7 di media.

L’armonia che si respira in campo è fondamentale, il gioco di squadra è solido e improntato su un solo obiettivo: vincere senza risparmiarsi. I giocatori si divertono in campo, giocano spensierati ma con mentalità da vincenti. Il gioco non dà punti di riferimento e disorienta completamente gli avversari. Inzaghi ha portato tutto ciò che ha applicato nei suoi anni alla Lazio ed i risultati si vedono eccome.

Giro di boa

Si è giunti al cosiddetto “giro di boa”. Si stanno per tirare le prime somme del campionato, con la pausa natalizia alle porte si avvicina anche il titolo di campioni d’inverno, e l’Inter ha una seria ipoteca sopra. La classifica parla chiaro: i nerazzurri sono primi a 43 punti, con il Milan che insegue a meno quattro, con ancora il match col Napoli da giocare. La squadra di Mr. Inzaghi potrà godersi lo spettacolo guardando dall’alto, sapendo di essere ancora la squadra da battere per lo scudetto.

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Published by
Federico Draghetti