Inter, Lukaku: “La rabbia che avevo mi ha aiutato nei miei obiettivi”

Inter Lukaku

(Photo by Mike Hewitt, Onefootball.com)

L’attaccante dell’Inter Romelu Lukaku è protagonista di un documentario dedicato alla Nazionale Belga (da titolo One For All), di cui Big Rom è uno dei giocatori più rappresentativi. Il centravanti ha ripercorso l’inizio della sua carriera e il difficile infortunio avuto in questa stagione.

Inter Lukaku
(Photo by CARLO HERMANN, Onefootball.com)

Inter, Lukaku si apre: “Ora sto bene con me stesso e la mia vita mi appartiene. Mi sentivo un emarginato, ma quella rabbia mi ha aiutato. Non ho mai avuto un infortunio simile in carriera come quello di questa stagione”

“Sono felice e sto bene con me stesso, e questa è una cosa importante. Accetto chi sono e non mi importa di quello che gli altri pensano di me. Quando ripenso da dove sono venuto e come ero non potrei essere più felice.

Mi rendo conto che ci sono altre cose nella vita e lo accetto. Se ho commesso degli errori? Quelli restano miei, non di qualcun altro e non metterò la mia vita in altre mani. Prendo io le mie decisioni”.

Ho cominciato all’Anderlecht quando avevo 16 anni e ora ne ho 30: quanti gol ho segnato. Si, davvero tanti gol. Anche mio padre è stato un giocatore professionista ma io ho vissuto un po’ da emarginato e quella stessa rabbia, mi ha aiutato sul campo. Gli obbiettivi che avevo sono cresciuti, moltiplicandosi. Quello che contava, già a 16 anni all’Anderlecht, erano i miei gol”.

In Premier League non ero più felice. Volevo qualcosa di nuovo, qualcosa mi mancava e perciò sono andato via, la mia mente era altrove. Sentivo di non riuscire a evolvere me stesso, avevo dato tutto. Per questo ho lasciato la Premier League e l’Inghilterra: perché non ero più contento. Poi ho pensato: e ora dove vado? In Italia! La mia famiglia sta bene qui”.

Quello che la gente non sa è che mi sono rotto il tendine dei muscoli flessori della coscia, dietro al ginocchio. E’ stata la prima volta in vita mia che sono stato fermo 6 mesi senza poter giocare.

Mi ha fatto pensare quello che mi è successo. E’ il mio corpo. Kompany ha dovuto smettere di colpo a 33 anni, io non voglio che mi succeda. Io peso 102 kg e gioco di sprint, non voglio rovinare il mio corpo. Questo ti fa pensare che dovevo rinunciare a qualcosa“.