Inter, o tutto o nulla: i nerazzurri possono solo andare avanti

(Photo by Michele Nucci, LaPresse) Calcioinpillole.com
La sconfitta dell’Inter contro il Bologna nel turno Pasquale di campionato non ha solamente favorito il Napoli, ora appaiato in vetta alla classifica coi nerazzurri a cinque giornate dalla fine della Serie A, ma anche confermato la grande fatica fisica e mentale che gli uomini di Simone Inzaghi stanno subendo nel dover competere su più fronti.
Come quasi esattamente tre anni fa e come accadde nella stagione 2021/2022, l’Inter cade a Bologna andando a perdere un match che potrebbe risultare decisivo ai fini della lotta per lo Scudetto. All’epoca quella caduta si rivelò poi fatale per i nerazzurri, con il Milan che andò poi a vincere quel campionato dopo il sorpasso avvenuto nella giornata precedente al KO del Dall’Ara dei cugini. Quello che è accaduto ieri e probabilmente una sconfitta meno impattante per l’Inter ma comunque pesante, e che ha avuto un costo alto facendo dilapidare quel margine di vantaggio che la formazione di Inzaghi aveva nei confronti del Napoli, vittorioso sabato col Monza e ora a pari punti con i nerazzurri a cinque giornate dalla fine.

Inter, più di così è quasi impossibile: squadra con l’acqua alla gola delle energie e Inzaghi non può contare su riserve e panchina
Ora la situazione in classifica recita così: Inter e Napoli a quota 71 punti e con ancora 450 minuti da giocare e dove come non mai non saranno permessi passi falsi. L’Inter ha provato a fare il suo contro un Bologna sicuramente più scattante e in forma dal punto di vista atletico, con i rossoblu che hanno trovato il colpo della vittoria all’ultimo secondo all’interno di una partita sostanzialmente equilibrata. Una lotta Scudetto che si è ulteriormente scaldata, ma come si va dicendo ormai da mesi presenta due contendenti che stanno correndo per uno stesso obiettivo ma con percorsi e fatiche totalmente diverse.
L’impressione è che l’Inter vista domenica contro il Bologna non potesse dare e fare più di così. I nerazzurri sono l’unica squadra italiana ancora in corsa su tre fronti, e per quanto possa sembrare un’analisi banale o semplicistica ieri la squadra di Inzaghi ha sentito su di sé tutto il peso dello sforzo fisico e psicologico del confronto in Champions League contro il Bayern Monaco giocato mercoledì e che ha regalato una storica semifinale europea ai nerazzurri.
Sia per rotazioni limitate e assenze pesanti (erano out due titolarissimi come Dumfries e Thuram), l’Inter contro il Bologna si è presentata per 9/11 con la stessa formazione che se le è vista 72 ore prima contro il Bayern e andava ad affrontare una delle squadre più stressanti e ostiche del nostro campionato dal punto di vista del duello atletico e di intensità.
L’Inter non ha disputato una grande partita contro i rossoblu, con la squadra di Inzaghi che è riuscita a produrre un solo tiro in porta, ma è intellettualmente onesto ripetere come i nerazzurri stiano giocando ogni tre giorni su tre competizioni e senza esserne davvero attrezzati per profondità di rosa.
Inutile chiedere qualcosa di più ad un Inter già oltre i limiti. Le colpe di chi non ha voluto aiutare squadra ed Inzaghi
L’Inter ha giocato male perché sostanzialmente ieri contro il Bologna aveva pochissima benzina da spendere, e quando i nerazzurri vanno sotto ritmo e non possono creare i loro meccanismi di gioco sono una squadra che va in difficoltà, non avendo in rosa giocatori in grado di risolvere partite intricate con singole giocate. Come detto poi Inzaghi ha davvero la coperta corta, perché in maniera abbastanza paradossale non può contare su nessuna forza alternativa dalla panchina o dalle cosiddette riserve.
Ieri in assenza di Marcus Thuram, l’onere di affiancare Lautaro Martinez è toccato a Correa che ha semplicemente confermato come si tratti ormai di un giocatore spento e avulso dalla propria squadra e che non ha dato nessun tipo di contributo. Così come è ormai palese come l’Inter non abbia armi in corso d’opera nel caso in cui i titolarissimi siano con la riserva accesa. Gli ingressi di Frattesi, Taremi, Arnautovic Bisseck e Dimarco dalla panchina non hanno dato nulla e non è la prima volta. Anzi gli ultimi due hanno anche sulla coscienza la dinamica del gol di Orsolini.
Una differenza abissale contro la rivale allo Scudetto che non può non pesare. Nel mese di aprile l’Inter ha giocato 6 partite tra Serie A, Champions League e Coppa Italia e ne ha in programma altre 3. Mentre il Napoli che da settembre ha da pensare solo al campionato ne giocherà solo 4. E in totale in stagione i partenopei hanno finora giocato 36 partite, mentre i nerazzurri ne hanno già giocate 50.
Una sconfitta che fa male al mondo Inter e che rischia di aver spostato un’inerzia, dove però è davvero difficile dare colpe alla squadra o allo stesso Inzaghi, che oltre a non avere nessuna affidabilità dai ricambi è stato abbandonato in sede di mercato fin dall’estate da chi avrebbe dovuto fare qualcosa si più per una squadra che ad aprile si trova ancora e nonostante tutto in corsa per tutte le competizioni.
In questo rettilineo finale l’Inter non ha scelta e non può fermarsi e deve solo andare avanti, partita dopo partita e minuto dopo minuto. L’infernale calendario nerazzurro mette in programma mercoledì il Derby di ritorno di Coppa Italia, in una settimana che a stretto giro vedrà anche le sfide con la Roma in campionato sabato e l’andata delle semifinali di Champions League col Barcellona in programma mercoledì. L’Inter può vincere tutto, qualcosa o nulla e non ha molte strade per farlo: se non trovare dentro sé stessa energie inaspettate e imprevedibili che al momento paiono venire meno.