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Italia, Buffon: “Mondiale? Non sarei stato convocato”

Gianluigi Buffon torna a parlare della cocente eliminazione dell’Italia dal Mondiale e non solo. Il portiere Campione del Mondo con la Nazionale del 2006 si sente ancora competitivo e pronto ai grandi palcoscenici. Gigi ha rilasciato un’intervista a “La Stampa” per parlare del momento dell’Italia, del calcio italiano e del suo passato alla Juventus, ma non solo. Di seguito le sue parole al quotidiano.

Le parole di Buffon sull’Italia

(Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Se l’Italia si fosse qualificata al Mondiale ci sarebbe stato posto per Buffon?

“Se l’Italia si fosse qualificata, non credo sarei stato convocato. La meritocrazia è dalla mia parte, ma ci sono altri discorsi a cui dare precedenza e rispetto: considerate le scelte degli ultimi anni, è giusto così”.

Mancini ha delle colpe sull’eliminazione dell’Italia dal Mondiale?

“E’ stato l’artefice principale del rinascimento vissuto con l’Europeo, ma dopo una batosta così qualche responsabilità ce l’ha anche lui. C’è modo e modo di uscire, se perdi ai rigori con il Portogallo nessuno può rimproverati, dopo la caduta con la Macedonia del Nord ripartire è più duro: alle prime difficoltà potrebbero tornare i fantasmi, riaffiorare i capi di imputazione. Diciamo che l’equilibrio è sottile”.

Sul momento dell’Italia

“Già nel 2010 in Sudafrica, dopo l’eliminazione con la Slovacchia, osservai che la globalizzazione stava cambiando valori e gerarchie e che avremmo dovuto cominciare a festeggiare anche le qualificazioni. Da allora abbiamo avuto illusioni e momenti di gloria come l’Europeo, ma non avevo sbagliato: caratterialmente siamo unici, perciò nelle difficoltà sappiamo far blocco e andare fuori giri, quando però c’è calma ci mancano qualità e spavalderia. Ipermotivati diamo il massimo, altrimenti possiamo perdere con chiunque”.

Su Donnarumma

“Il tempo e le prestazioni leniranno tutto. Certo, dopo momenti così non è più concessa nessuna sbavatura, ma ci siamo passati tutti: con la sua bravura non avrà altri impicci”.

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images )

Sul divorzio tra Dybala e la Juventus

“Non me l’aspettavo, ma la società è stata onesta e diretta, spiegando che non è più funzionale al progetto. Non gli hanno rinnovato il contratto per questo, non certo perché lo ritengono scarso: Paulo troverà altrove l’opportunità di fare grandi cose, ma non vorrà dire che la Juve ha sbagliato”. 

Sulla corsa Scudetto

“Assistiamo a un campionato sui generis, di solito una squadra domina e altre la infastidiscono: quella che sembrava dominare era l’Inter, ma poi ha avuto diversi passaggi a vuoto, s’è rilanciata vincendo a Torino e adesso la rivedo favorita”.

Cosa ha lasciato a Buffon la Serie B?

“Un po’ di incazzature perché le cose non sono andate come pensavamo: diciamo che è stato un anno utile per prendere la mira. E poi conferme che cercavo, perché ho fatto cose pregevoli. Divertiamo. Emozioni forti. Avversari e stadi inediti come Terni, Cittadella, Cosenza. Alla fine tra A e B non c’è così tanta differenza”.

Gli attaccanti in Serie A

“Vlahovic è dominante per fisico, qualità, forza, rabbia. Mi piacciono Zapata e Lautaro. E Ibrahimovic, che a 40 anni può vincere ancora da solo”.

Quale partita vorrebbe rivivere Buffon nella sua carriera?

“Real Madrid-Juventus 1-3, quella del rigore di Ronaldo in extremis. Siamo usciti dalla Champions, ma ho provato emozioni incredibili, mi sono sentito orgoglioso di essere capitano di quella Juve”.

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Published by
Federico Draghetti