Italia, Mancini: “2023 anno di Chiesa e Zaniolo. Ecco chi vince lo Scudetto”

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(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Ha parlato di tutto e di più Roberto Mancini nell’ultima intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: dall’Italia ai giocatori del futuro, passando per la Serie A. Il ct della Nazionale, che ha rilasciato da pochi minuti il nuovo logo, ha detto la sua su svariati argomenti. Ecco le sue parole.

Le parole di Mancini sull’Italia

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(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Cosa si poteva fare a Qatar 2022

“Troppo facile parlare dopo. Mi ero sbilanciato, ma prima, sull’Argentina perché per Messi, il migliore degli ultimi vent’anni, chiudere la carriera senza aver vinto un Mondiale non sarebbe stato neanche giusto. Ma l’Italia, quando c’è, è pericolosa per chiunque: per questo ho sempre detto che puntavamo a vincere, e oggi dico che ce la potevamo giocare. Anche per provare a vincerlo, sì”.

Il post Mondiale

“In un Mondiale la pressione c’è sempre e questo è stato anche molto compresso: la puoi accusare, ma è una fatica più psicologica che fisica”.

L’insegnamento del Mondiale mancato

“Spero che ai giocatori abbia fatto male quanto a me vederlo in tv: credo di sì, sapevano anche loro che avrebbero fatto una bella figura. E sanno che sarà necessario prepararsi meglio per i momenti decisivi delle prossime qualificazioni”.

Il 4-3-3 in Qatar

“Una gratificazione, ma giochi sempre in base ai giocatori che hai. Per questo credo che, se ci siamo tutti, il 4-3-3 sia il più adatto per noi, che abbiamo esterni bravi nell’uno contro uno, e terzini di spinta, per creare superiorità. Però, occhio: l’Argentina passava a tre in corsa e noi abbiamo anche abbondanza di centrocampisti, che danno più possesso e aggressività, oltre che giocatori in grado di coprire la fascia e attaccare bene. Quello che serve per un 3-5-2: offensivo, però”.

Zaniolo come Bellingham?

“Ci sta: Zaniolo ha qualità per fare la mezzala, l’esterno d’attacco, la mezzapunta e nelle ultime partite ho visto progressi anche nella capacità di giocare con la squadra”.

Su Raspadori

“È migliorato anche così, si è visto contro Inghilterra e Ungheria: giocando non sempre ma ad alti livelli, per vincere, gli è cambiata la mentalità”.

I giovani da tenere d’occhio dopo lo stage

“Cittadini, che ora ha bisogno di giocare in A, Faticanti, Fazzini e Oristanio del Volendam: a giugno era indietro, in sei mesi giocando titolare in Olanda è migliorato tanto. Ma mi hanno fatto una buona impressione tutti, anche quelli della Serie B”.

Italia, cosa chiede Mancini al 2023?

“Cosa chiedo? Che non porti niente, ma non tolga più niente a nessuno, a proposito di tristezza. Semmai restituisca a Chiesa e Zaniolo, perché sia il loro anno: dopo l’Europeo praticamente non li ho avuti, con loro e il gruppo al completo possiamo ricominciare davvero a fare bene. E magari una cosa il 2023 ce la porti, la Nations League di giugno: dipende da noi, le chance ci sono. E non sarebbe male…”.

Le parole di Mancini sulla Serie A

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(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Sullo Scudetto

“Questa è troppo difficile, e dopo 50 giorni di sosta anche di più. Ma il Napoli ha buone possibilità: otto punti di vantaggio e un gruppo collaudato che ha anche aggiunto due-tre giocatori forti”.

Sul Napoli

“Difficile parlare di vantaggio: erano in una condizione psicofisica straordinaria. Ma è anche vero che un momento di difficoltà in una stagione arriva sempre: magari per loro sarebbe arrivato fra novembre e dicembre”. Ora Juve, Inter e Roma: “Diciamo che il Napoli con tre vittorie metterebbe un’ipoteca seria”.

Su Kvaratskhelia

“Mio figlio Andrea me ne aveva parlato come di un fenomeno già cinque anni fa: aveva ragione. Oggi nel calcio si sa tutto di tutti, ma quando sei forte sei forte: se non ti consentono più di fare certe cose, nei fai altre”.

Sul Milan

“Le inseguitrici sono tutte vicine fra loro e tutte in tempo per riprendere il Napoli. Però devono correre tanto e forte”.

Su De Ketelaere

 “È molto forte. Ma è giovane, dunque gli serve tempo, ed è un belga, ha bisogno di ambientarsi. Pensate al primo De Bruyne al Chelsea: sembrava non sapesse giocare a pallone”.

Sul ritorno di Lukaku

“È mancato molto: l’Inter può averne un grande vantaggio o sentirne la mancanza, se non tornerà quello di due anni fa. Anzitutto fisicamente”. Lautaro torna da campione del mondo: “E si sentirà: un Mondiale vinto ti dà una forza unica, a livello di personalità”.

Sulla Juventus

 “L’ho vista giocare a volte bene e altre meno. Però ha avuto un sacco di infortuni che, buon per noi, hanno dato spazio a giovani che hanno un futuro in Nazionale”.

Su Chiesa e Di Maria

“Se quei due stanno bene, è difficile non farli giocare. Ma Allegri ora sa cosa possono dargli Fagioli, Miretti, anche Kean: forze fresche, e gliel’hanno dimostrato”.