Jorgi e Gigio: la storia di Holly e Benji all’italiana

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Chi ama il calcio ha amato in un tempo vicino o lontano un cartone animato senza tempo, un anime televisivo dove i campi da calcio erano infinite colline, le partite duravano settimane ed i palloni filavano via come missili impazziti macellando i guanti dei portieri avversari. Holly e Benji non è stato un semplice anime, Holly e Benji è stato l’inizio di un amore per molte generazioni: l’amore per il calcio. Amore che non cambiava quando scoprivi che i gemelli Derrick non avevano mai realizzato la catapulta infernale, che Mark Landers non aveva mai sfoderato il suo tiro della tigre e che, soprattutto, Holly e Benji erano in realtà soltanto un’invenzione del giapponese Yōichi Takahashi. Ormai l’amore per il calcio era sbocciato e passare dagli infiniti campi collinari d’Oriente agli stadi nostrani era solo il passo successivo.

E si sa, il passo decisivo verso l’innamoramento arriva poi spesso con la Nazionale: sono le emozioni azzurre, quelle che solo un Europeo o un Mondiale possono regalare, ad assicurare al calcio generazioni di appassionati. Da Holly e Benji all’Europeo, sì, l’amore per il calcio e le sue emozioni nasce tanto da qui.

Facile, quindi, associare il Giappone di Holly e Benji all’Italia di Mancini: stessa grinta, stessa voglia di vincere, stessa alternanza delle maglie blu o bianche, stessi pochi, ma decisivi campioni in campo. Sí, perché è inutile nasconderlo: quest’Italia di campioni veri ne ha pochi e ieri i ruoli di protagonisti, ai calci di rigore, l’hanno preso Donnarumma e Jorginho, Gigio e Jorgi, gli Holly e Benji nostrani.

Quelli che sono due dei nostri pochi campioni, ieri, ai calci di rigore, hanno portato l’Italia in Paradiso o almeno fuori alle sue porte. Perché Jorginho non è un grande goleador, non scatta e segna tanti gol, ma Donnarumma, sí, para I calci di rigore. Il nostro Jorgi (Holly) è il cuore del centrocampo azzurro, quello con il regolatore di velocità e di metriche che decide quando è il momento che la squadra debba accelerare o rallentare, quando è l’ora di giocare in orizzontale o in verticale. Jorgi è il leader silenzioso che non pensa al successo personale, ma che, se dovesse concretizzarsi la vittoria dell’Europeo dopo quella della Champions League da regista del suo Chelsea, un pensierino al Pallone d’oro potrebbe farlo senza essere preso per folle.

Il nostro Gigio (Benji), invece, è un esperto e navigato portierone classe 1999, quindi di soli 22 anni compiuti lo scorso febbraio. È forse il più grande campione, sia in prospettiva che nel presente, che la nostra Nazionale possa sfoggiare. Lo ha dimostrato con il Milan, che lascerà per il PSG, lo ha dimostrato con l’Italia in questo Europeo, in particolare contro Belgio e Spagna. Le parate del nostro Benji… ehm… Gigio, ci hanno portato in finale così come la regia del nostro Holly… ehm… Jorgi.

Jorgi ha segnato, Gigio ha parato e lo Scudetto è cucito sul petto. Ma la partita non è finita… Jorgi e Gigio.