Juve, Chiellini: “Periodo buio dopo l’infortunio. Dybala? Può trascinare la squadra”

Giorgio Chiellini, capitano della Juventus, si è raccontato a Diletta Leotta in una lunga intervista a DAZN.
Tanti gli argomenti affrontati, primo fra tutti il periodo buio avuto dopo essersi rotto il crociato nell’agosto 2019, dove il capitano bianconero ha ammesso di aver anche pensato al ritiro dal calcio.

“Ho vissuto un periodo duro dopo l’infortunio: sono rientrato dopo sei mesi e poco dopo è scoppiato il Covid. Per quasi un anno ho fatto fatica a ritrovare il giusto equilibrio e il pensiero del ritiro si è fatto strada nella mia testa. Sono stati gli Europei a tenermi in piedi e la voglia di esserci a tutti i costi”.

Ha confesso Chiellini sottolineando quanto sia stata importante la spinta dell’Europeo. E proprio di EURO2020 ha continuato a parlare.

“Le emozioni sono incredibili e le riviviamo ogni volta che rivediamo le immagini o ci ritroviamo a Coverciano. Le vittorie vanno godute il giusto ma poi si pensa subito al prossimo obiettivo e ora dobbiamo qualificarci per il Mondiale. Le emozioni però restano e ti legano per sempre. Penso agli abbracci con Locatelli durante i rigori, sono momenti indimenticabili che tra vent’anni racconteremo ai nipotini”.

Ha poi parlato anche di Roberto Mancini e Gianluca Vialli.

“Roberto Mancini è stato l’artefice del successo, ci ha sempre trasmesso fiducia e serenità. Tre anni fa lo prendevano per matto quando parlava di Europei come obiettivo e invece ci ha sempre dato grande serenità. Lui e Vialli sono caratterialmente diversi ma hanno un legame fortissimo: il loro abbraccio dopo la partita con l’Austria mette ancora i brividi”.

Per chiudere il discorso Italia si è poi espresso riguardo i fischi a San Siro rivolti a Donnarumma.

“Non gli hanno fatto piacere. Ognuno di noi fa delle scelte e vanno rispettato come va rispettato il pensiero del tifoso ma penso non sia stata l’occasione giusta per fischiarlo. Paragone con Buffon? Gigio è speciale, è diverso dagli altri come si vedeva che anche Buffon era diverso dai portieri della sua generazione. Il tempo ci dirà se potrà raggiungere quei livelli però è evidente che non si tratti di un portiere normale, è qualcosa fuori dalla normalità”.

Dalla Nazionale è poi passato a parlare del suo club, la Juventus, e in particolare dei suoi due compagni Paulo Dybala e Matthijs De Ligt.

“Paulo ha tutte le carte in mano. L’addio di Ronaldo può liberare spazio per le sue caratteristiche tecniche e individuali, consentendogli di trascinare questa squadra. 
Matthijs è fortissimo, io lo chiamo Thoe. Può essere l’erede della BBC? Se fosse stato italiano sarebbe stato più facile da tenere così tanti anni, mi auguro che Mino ci faccia il piacere di lasciarlo ancora un po’ di anni a Torino. Lui ha tutto ma la differenza la fa la testa: ha 22 anni e la mentalità di uno di 30. Si pone l’obiettivo di voler migliorare tutti i giorni”.

Il discorso poi si è spostato anche su Cristiano Ronaldo.

“Sono onorato di aver vissuto questi anni con lui. E’ un alieno, rimarrà nella storia come Maradona e Pelé: ha dato una spinta enorme a tutto il mondo Juve. Avevo percepito potesse andare via in estate: Cristiano sentiva il bisogno di una squadra che giocasse per lui e quando questo accade è sempre decisivo. Lo sta dimostrando anche adesso e lo ha dimostrato in tutta la sua carriera, compresi gli anni in cui è stato con noi. Alla Juve è in atto un programma di ringiovanimento e poteva starci che lui scegliesse una squadra che puntasse al presente e quindi a vittorie immediate. E’ andato via il 28 agosto, sarebbe stato meglio se fosse uscito prima perché il suo addio ha creato un piccolo shock e qualcosa in termini di punti lo abbiamo pagato ad inizio anno”. 

Si è continuato a parlare della squadra bianconera, in particolare su Mister Allegri.

“Lui e Conte sono stati gli allenatori più importanti della mia carriera nonostante siano così diversi. Sono però accomunati dall’essere vincenti. Da loro ho imparato a superare gli ostacoli attraverso l’etica del lavoro e ad affrontare le sfide anche con un pizzico di leggerezza. Allegri l’ho ritrovato molto carico, è una certezza per i prossimi anni della Juve: lui è garanzia di continuità e di cosa vuol dire essere alla Juventus”.

Non sono mancate parole anche per il suo compagno e amico, Leonardo Bonucci. Giorgio ha ricordato di quando, nel 2017, il suo compagno di squadra andò al Milan.

“Ci sono rimasto male. Quel Milan era una squadra in difficoltà, non era il Real Madrid ma nemmeno il Milan di adesso. Oggi sarebbe diverso ma all’epoca andare lì significava fare un netto passo indietro. Le scelte rimangono personali e vanno rispettate ma se quell’estate fossimo stati in vacanza insieme gli avrei fatto capire che stava facendo un errore, ma se ne è accorto molto presto”.

Nell’intervista si è poi parlato proprio di un rossonero: Zlatan Ibrahimovic.

“Ho avuto la fortuna di averlo come compagno ed era già immarcabile. Poi l’ho affrontato da avversario per tanti anni e l’ho amato, odiato e combattuto perché ce le siamo sempre date di santa ragione”.