Juve, Suarez e il campo minato della giustizia

suarez negativo

(Photo by MAXIM SHEMETOV/POOL/AFP via Getty Images)

Le ultime notizie dalla Procura di Perugia tornano a scuotere il mondo del calcio. Al centro, c’è di nuovo l’esame “farsa” – così sostengono gli inquirenti – sostenuto da Luis Suarez a settembre per ottenere la cittadinanza italiana. Teatro dell’inchiesta, l’Università di Perugia, con i Pm, guidati da Raffaele Cantone, che hanno deciso la misura cautelare interdittiva della sospensione, per otto mesi, dall’esercizio del pubblico ufficio per la rettrice dell’Università per Stranieri di Perugia, Giuliana Grego. Stessa misura anche per il direttore generale Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina e il componente della commissione “Celi Immigrati” Lorenzo Rocca. A tutti, i reati contestati sono rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici.

Nel mirino degli inquirenti, come ha sostengono i Pm (e come abbiamo già riportato), la dirigenza della Juventus, che, secondo gli accertamenti investigativi, “si sarebbe attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per accelerare il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento”. Una conferma, in sostanza, dell’impianto accusatorio scaturito dalle indagini dello scorso settembre, che ha portato alle prime, severe, conseguenze. Per ora solo nei confronti dell’Università per Stranieri. gli indagati, in sostanza, avrebbero comunicato i contenuti della prova d’esame a Luis Suarez, “ giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università”.

La vicenda, a ben vedere, non è troppo complessa, e le novità nemmeno troppo eclatanti. Che l’esame di Suarez fosse poco più che una farsa è stato chiaro sin da subito. Era andato tutto troppo in fretta, era filato tutto troppo liscio. Anche la posizione del management bianconero non è poi diversa da settembre. Secondo l’accusa, sono state fatte pressioni affinché Luis Suarez potesse ottenere rapidamente la cittadinanza italiana. Il contenuto delle telefonate era già venuto fuori nei mesi scorsi, e allora non sembrava così compromettente. Ma starà ai giudici stabilirlo e ricostruire i fatti.

Fatti che con il calcio giocato hanno ben poco a che fare. Il campo resta sullo sfondo, lontano, invischiato, come gli capita spesso, specie ultimamente, in questioni che non lo riguardano. Sulle home dei principali quotidiani del Paese, intanto, così come sui social, non si parla d’altro, riproponendo il solito dualismo, molto “italiano”, in cui la ragione passa in secondo piano rispetto al tifo. Oggi, i penalisti spunteranno come funghi. E noi, che siamo abituati a scrivere di calcio, continueremo a farlo, limitandoci alle notizie, perché i Tribunali sono già abbastanza ingolfati per ospitare altri giudici e nuovi avvocati.