Serie A

Juventus, Causio: “Manca la cattiveria e la mentalità da provinciale”

Franco Causio, ex calciatore della Juventus e figura di spicco del pantheon bianconero, attraverso le colonne de Il Corriere dello Sport ha cercato di analizzare quelli che sono i problemi della Vecchia Signora: “Serve un’identità di squadra ben precisa. Allegri è la persona giusta per riuscire a farla emergere. Non solo a parole, ma anche con i fatti, a partire dai tanti ragazzi di valore che ci sono in rosa e che devono iniziare a credere in loro stessi. Tutti loro hanno esempi molto validi a cui ispirarsi, penso soprattutto a due veterani come Chiellini e Bonucci. In questi momenti difficili possono essere d’aiuto, anche se poi i giovani devono cominciare ad aiutarsi da soli per venirne fuori. Alla lunga con Allegri cambieranno registro, gli darei ancora un po’ di tempo per provare a rimettersi in carreggiata. La reazione vista contro lo Spezia è stata importante, può aver sbloccato mentalmente tanti giocatori. Il problema è che la Juve non deve reagire, ma deve imporsi perché ha una rosa straordinaria per fare meglio di così

Sul peso della maglia: “La Juve è questa. Con quella maglia devi vincere, si va in campo con un solo obiettivo e ci sono pochi ragionamenti da fare. Se non vinci ti ritrovi nella situazione attuale, con la pressione e gli occhi puntati addosso. Poi su questo punto vorrei aggiungere un altro aspetto fondamentale. Nonostante i fuoriclasse che ha sempre avuto a disposizione, la Juve viene riconosciuta come la più provinciale di tutte le squadre italiane. Storicamente ha avuto una cattiveria che ha sempre contraddistinto tutte le squadre. A Napoli la chiamano ‘cazzimma’, adesso ai bianconeri sta mancando e si vede quando scendono in campo”

Sui calciatori a disposizione: “La reazione vista contro lo Spezia è stata importante, può aver sbloccato mentalmente tanti giocatori. Il problema è che la Juve non deve reagire, ma deve imporsi perché ha una rosa straordinaria per fare meglio di così. Leader? Penso ai vari Chiesa, Bentancur e Morata, a patto che inizino a rendere di più e meglio. Poi c’è un elemento come Rabiot che davvero non conosce le sue grandi potenzialità e deve essere più convinto. Non è possibile arrivare a rimorchio, riuscire a inserirsi con i tempi giusti e poi non prendere mai la porta. Anzi, spesso sembra andare per la meta. In settimana deve esercitarsi di più, fare delle sessioni specifiche, per trovare una soluzione”

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Published by
Marco Amato