Juventus, Chiellini: “In Superlega partite che tutti vogliono giocare”

juve Chiellini

(Photo by Marco Luzzani, Onefootball.com)

In un’intervista rilasciata alla giornalista sportiva Diletta Leotta per DAZN, il difensore e capitano della Juventus Giorgio Chiellini ha parlato del futuro del calcio italiano e del sempre attuale tema della Superlega.

Queste le parole del giocatore bianconero: “Col Presidente Agnelli ne parlo da un po’. Il calcio va verso una europeizzazione dei tornei nazionali. I giocatori della Juventus vogliono giocare quel tipo di partite e quel tipo di palcoscenici. Con tutto il rispetto per i campionati. Gli atleti del nostro livello ma anche i tifosi hanno voglia di vedere sempre più partite tra grandi squadre europee“.

Ci sono alcune squadre di troppo in A in questo momento. Dovremmo essere 18 o anche 16 squadre. 18 è il numero giusto per tornare alla competitività e dare più spazio alle partite nelle coppe europee“.

Siamo arrivati  a un punto di non ritorno. Istituzioni, club e giocatori devono incontrarsi per riformare il calendario e creare nuove competizioni. Che rimane il più seguito nel mondo, ma può sempre migliorare. Bisognerebbe guardare anche agl USA, lì hanno creato superleghe ad ogni sport“.

Ad esempio anche se i più veterani vorrebbero l’abolizione del Var, togliere il fuorigioco o il passaggio all’indietro al portiere, il mondo va avanti e bisogna accettare i cambiamenti. Discutere per migliorare il calcio è fondamentale. La situazione sta diventando insostenibile per molti. Per i giocatori, per i club ma anche per i tifosi“.

Mi auguro che ci si possa sedere a un tavolo e discutere seriamente del futuro del calcio e non solo di interessi personali. Noi calciatori siamo dei privilegiati e guadagnamo molto, ma anche noi vogliamo essere presi in considerazione“.

Non vogliamo togliere spazio ad altri, ma siamo noi che scendiamo in campo. Ma in questo momento non c’è rispetto, lo abbiamo visto nella sosta di ottobre con i nazionali sudamericani. Capisco le esigenze delle partite ma siamo arrivati a un punto non più controllabile. Bisogna trovare un equlibrio e ripensare al bene comune di tutti. Pensando al futuro del calcio“.