Juventus, con Allegri puoi tornare grande ma che imbarazzo per Agnelli

Allegri

(Photo by Daniele Buffa via Imago Images)

Era nell’aria. Anche i maggiori detrattori bianconeri, nel corso di questo biennio, avranno almeno una volta sussurrato sotto voce: “Ma a questo punto era meglio tenerci lui”. Lui è Massimiliano Allegri che – salvo stravolgimenti clamorosi in questi giorni così concitati – tornerà a guidare la Juventus di Andrea Agnelli. Non c’è ancora ufficialità né cifre certe ma, stando alle voci che corrono e si rincorrono, il tecnico firmerà un quadriennale a 9 milioni di euro all’anno. Considerando l’addio di Conte all’Inter e il probabile futuro all’estero, Allegri tornerà ad essere il tecnico più pagato della Serie A. Un segnale forte e deciso di come, la Juventus, voglia tornare celermente ai vertici del calcio italiano e rilanciarsi in campo europeo.

Massimiliano Allegri, accostato anche al Real Madrid, è il profilo giusto. Innegabile. A prescindere da quelli che saranno i risultati che, con il senno di poi, sarà semplice commentare con toni ‘da Cassazione’. In un senso o nell’altro. Allegri è la mossa che serviva alla Juventus e – al tempo stesso – l’ennesima occasione d’imbarazzo per Andrea Agnelli. Due anni fa il tecnico concluse il suo ciclo alla Juventus, sotto la fronda della vox populi bianconera che invocava più gioco e meno aziendalismo. Di ragioni a favore dell’addio del tecnico, se ne potevano contare ad libitum. Come dimenticare le crociate post Ajax. Le continue obiezioni sull’identità tattica, sfociate in siparietti pubblici come lo scontro a Sky Sport con l’opinionista Lele Adani.

La società assecondò il sentimento popolare, foraggiato dai bravi di Don Rodrigo Pavel Nedved e Fabio Paratici. In circa 10 mesi Andrea Agnelli lasciò andare due pilastri dei successi bianconeri: Beppe Marotta e proprio il figliol prodigo ora sulla via del ritorno. Vennero avallate le scelte di Paratici come factotum dell’area tecnica, Maurizio Sarri come pioniere di una nuova Juventus propositrice di bel gioco e intraprendenza. Sarri è stato mandato via subito, per far posto ad Andrea Pirlo. Un’altra ‘nuova fase’ proiettata sui giovani e della crescita collettiva con l’uomo fatto in casa. Oggi, 27 maggio 2021, Allegri torna alla Juventus scalzando Pirlo. Paratici è stato allontanato e sembra essere tornati indietro di due anni. Non ne ha risentito in modo grossolano il palmares. In assenza del tecnico livornese, sono arrivati tre titoli in due anni: uno scudetto, una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana.

Ne ha risentito la progettualità, la crescita e – senza dubbio – la caratura tecnica della Vecchia Signora. Un passo alla volta, fino a cedere lo scettro d’Italia all’Inter degli ex Conte e Marotta, e subire un pesantissimo ridimensionamento in campo europeo con la Juventus che – da finalista di Champions per due volte in tre anni (2015 e 2017, ndr) – è diventata una squadra non in grado di superare gli ottavi per due stagioni consecutive. La Juventus ora fa due passi indietro per tornare a correre in avanti. Ma, tra vicenda SuperLeague, scossoni societari, cantieri aperti e celermente demoliti, perdita di competitività, il ritorno di Allegri è la certificazione di come la proprietà bianconera abbia perso due anni di programmazione. Lasciò la Juventus nel 2019 con un salario da 7,5 milioni con il timbro dell’anti bel gioco. Torna alla Juventus nel 2021 con un ingaggio da 9 milioni e gli auspici del salvatore della patria. Nel mezzo tanti rimpianti, occasioni sciupate  e alberi abbattuti prima ancor di crescere.