Juventus, il club bianconero e la strategia per la memoria difensiva

Juventus

(Photo by Marco BERTORELLO, Onefootball.com)

La sentenza arrivata venerdì sera dalla Corte d’Apello dell FIGC che ha inflitto alla Juventus una penalizzazione di 15 punti sull’attuale campionato in merito al Caso Plusvalenze, ha certamente sconquassato il mondo bianconero.

Juventus
(Photo by Marco BERTORELLO, Onefootball.com)

Juventus, la strategia difensiva del club per il caso Plusvalenze. La Procura non ha considerato un’intercettazione di grande rilevanza

Nel mentre la Juventus è scesa in campo (3-3 ieri contro l’Atalanta allo Stadium), e per quanto giocatori e allenatore proveranno a crearsi una sorta di auto corazza, il dibattito attorno al futuro dei bianconeri sarà rivolto a questioni extra calcistiche.

Il neo dirigente bianconero Maurizio Scanavino ha dichiarato ieri nel pre partita del match contro la Dea, che il club presenterà ricorso contro la sentenza FIGC, considerata “Ingiusta e iniqua“.

In attesa degli svliuppi di una vicenda che appare solo agli inizi, la Juventus prepara le armi per difendere le sue ragioni nelle sedi opportune. Secondo quanto riportato da ANSA, i legali Juve credono che la Procura Federale non abbia considerato il contenuto di alcune intercettazioni di grande importanza, che in sintesi scagionerebbe il club dall’illecito.

Nello specifico, la Juve contesta la mancata considerazione di un intercettazione avvenuta tra il DS bianconero Federico Cherubini e Bertola, (dirigente con compiti contabili) nell’estate 2021.

In sostanza nell’intercettazione si chiarisce che le plusvalenze effettuate “non avessero mire dolose“. Di seguito le parole di Cherubini:

Ma secondo me, ecco dallo spirito sembra che quello che loro (in riferimento agli ispettori della Consob) cerchino è capire dove ci…come se ci sia stata una palese sopravvalutazione, come se tra le nostre carte ci fosse non so… guarda, Pjanic vale 20 ma lo vendiamo 50, come se ci fosse la consapevolezza di quello… io credo che questo… ogni volta che c’è stata l’attribuzione di un valore, ripeto può essere stata anche fatta in maniera più o meno corretta, non è che era così…“.

E la risposta di Bertola:

No no, non c’è nessun intento…Doloso no. Se loro quello stanno cercando non troveranno nulla, non troveranno nulla“.