Juventus, presentato il ricorso per i punti di penalizzazione: le ultime

Juventus ricorso

(Photo by Isabella BONOTTO / AFP) (Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images)

La Juventus ha deposto il suo documento contro la penalizzazione di 15 punti in classifica. I bianconeri hanno preparato lungo ricorso da 90 pagine, presentato al Collegio di Garanzia, nelle quali si concentrano su quattro punti per cui la sentenza che ha portato alla penalizzazione va revocata: manca una legge per la quale la Juventus è stata condannata; manca un giusto processo, nel quale siano garantiti i diritti minimi a chi si difende; mancano i presupposti per la revocazione, visto che i “fatti nuovi” erano in realtà noti all’epoca della sentenza di assoluzione del maggio ‘22; mancano anche le basi tecniche per l’accusa principale, ovvero quella di aver creato un “sistema fraudolento in partenza”.

Ricorso Juventus: le mancanze da parte della giustizia sportiva

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Come riporta Tuttosport, la società bianconera lamenta la mancanza di una legge chiara sul tema delle plusvalenze. La Juventus spiega che era stata proprio la Corte Federale, quando aveva assolto tutti i deferiti dalla Procura per il “caso plusvalenze” il 27 maggio 2022, a denunciare un’assenza normativa sul tema. Oltre al buco legislativo, secondo i bianconeri mancano nuovi fattori che aggravino la situazione della Juve. Secondo gli avvocati del club di Torino il famigerato ‘Libro nero’ dell’ex dirigente Fabio Paratici e le intercettazioni non costituiscono novità. All’interno del ricorso bianconero viene infatti spiegato tutto ciò: “In buona parte non sono fatti nuovi, ove si consideri che, già al momento del deferimento del 2022, la Procura Federale conosceva i decreti di perquisizione della Procura della Repubblica di Torino – ove i comparivano i contenuti delle conversazioni telefoniche ritenute di maggior rilievo – e aveva altresì contestato ai deferiti l’intenzione di realizzare le plusvalenze per motivi di carattere economico-finanziario e non per esigenze tecnico sportive“.

Juventus: il capo d’imputazione

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(Photo by Isabella BONOTTO / AFP) (Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images)

Altro aspetto analizzato nel ricorso è il cambio di capo di imputazione. La Corte, infatti,  è arrivata alla sentenza di condanna non correlata con l’atto di deferimento. Si legge ancora nel documento dei bianconeri: “La Corte d’Appello Federale, solo nel segreto della camera di consiglio, ha deliberato su un nuovo e autonomo tema decidendo, senza alcun contraddittorio con la difesa dei deferiti. Tale modo di procedere si è così inevitabilmente risolto in una grave e palese violazione del diritto di difesa e del diritto al contraddittorio ai sensi dell’articolo 24 della Costituzione, oltre che dei principi del giusto processo, richiamati, come noto, anche dall’articolo 2 del Codice di Giustizia del Coni e dal 44 di quello della Figc“. Il ricorso si chiude ponendo l’accento sul reale peso delle plusvalenze: “L’addebito di aver realizzato un “sistema fraudolento in partenza” è smentito già dalla preliminare considerazione per cui le plusvalenze hanno inciso solo in minima parte sul totale dei ricavi del club. Nel triennio dal 2018 al 2021 i ricavi della Società ammontano a 1,675 miliardi di euro, le plusvalenze contestate come fittizie nel deferimento sono pari a 60 milioni, rappresentando solamente il 3,6% del totale dei ricavi“.