Juventus, tra fortuna e cinismo: basta questo per lo Scudetto?
La vittoria di misura nel big match di domenica contro il Milan a San Siro ha ufficialmente inserito la Juventus nella corsa allo Scudetto. Ma la squadra di Allegri al Meazza ha offerto una prestazione deludente in condizioni super vantaggiose e che non può essere nascosta dai numeri e dalla classifica.
La matematica non è un’opinione i numeri sono oggettivi. Due verità inderogabili e che pongono l’ago della bilancia a favore della Juventus. Dopo lo 0-1 contro il Milan, i bianconeri sono terzi in classifica a 20 punti, a -1 dai rossoneri e a -2 dall’Inter capolista. Freddi dati che certificano però che la marcia della squadra di Allegri è simile alle due rivali storiche e principali ed è assolutamente da Scudetto.
Tutti vogliono che la Juventus sia da Scudetto che si finisce per crederci: ma a San Siro in 11 vs 10 è servito un “gollonzo”
Ma a volte per un’analisi e una riflessione più profonda si può anche andare oltre a quello che dicono i numeri, e vale la pena farlo visto che da domenica un po’ tutti tra appassionati, principali titoli sportivi e addetti ai lavori hanno messo il marchio da “Scudetto” alla Juventus.
Si può comunque partire da una premessa importante. Il Milan visto domenica non è stato un grande Milan. I rossoneri di Pioli avevano l’alibi di assenze importanti nella loro composizione dei titolari (Maignan e Theo Hernandez per squalifica e Loftus-Cheek per infortunio), ma l’11 scelto dal tecnico rossonero era comunque competitivo per fare una bella partita contro i bianconeri.
E il canovaccio della partita ha rispettato i pronostici iniziali. Milan che fa il match, governa palla e possesso trovandosi di fronte una Juve compatta e con un piano partita preciso: reggere l’urto degli attacchi rossoneri e non prenderle.
Il difetto del Milan è stato quello di forzare troppo il suo lato forte, affidandosi in maniera eccessiva alla sgasate e al talento di Leao non provando variazioni sul tema. Ma il Milan era in controllo e tutto presupponeva ad un match a senso unico, con una squadra più forte, più pronta e con un’identità precisa. Tutte cose che la Juve non è e no ha e che a sil campo di San Siro non ha smentito.
Oltre al risultato, la Juventus col Milan poteva segnare e vincere solo così. Senza idee e gioco manca prospettiva futura e non sempre va come a San Siro
Tutto fila così fino a quando l’ingeuità di Thiaw su Kean costa il rosso al giovane centrale rossonero. Milan in dieci per tutto il secondo tempo e Juve in superiorità numerica e qui le cose cambiano. Cambiano?.
Non proprio perché sicuramente la Juventus prende forza mentale dal trovarsi sopra di un uomo, ma questo boost psicologico non si traduce mai in una superiorità di livello tecnico e tattico.
Anzi, pur con maggior confusione e meno chiarezza è smpre il Milan a condurre le danze e a gestire la partita, pur trovandosi un uomo in meno. La Juventus non cambia la sua impostazione, una cosa che una squadra da Scudetto avrebbe dovuto fare. Cioé attaccare un avversario in difficoltà, con un difensore espulso e che ha portato all’uscita di un offensivo avversario (Pulisic).
E con un Milan volenteroso ma in dieci e una Juventus passiva, la svolta può arrivare solo in un modo. Con Locatelli che ci prova da casa sua, colpisce Krunic che spiazza Mirante e la palla entra. Gol. 0-1 Juventus su deviazione al primo tiro in porta nonostante la superiorità numerica in un apice di cinismo.
Solo dopo il vantaggio la Juventus trova la dignità sportiva di alzare il ritmo e prendersi fiducia e autostima, impegnando Mirante nei venti minuti finali più di quanto fatto in tutta l’abbondante ora precedente.
L’idea è che la Juventus l’avesse proprio impostata così. Una gara di attesa e furba e che potesse vincerla solo così. Con condizioni di campo favorevoli (il giusto rosso a Thiaw) e un gol sporco, in assenza di un vestito di gioco da indossare.
Però la Juve di San Siro non ha giocato, non ha proposto e non ha mostrato nessuna idea, anche quando la partita gli è girata benissimo e poteva almeno accompagnare e crearsi la fortuna.
Banalmente, una squadra da Scudetto non può avere come prospettive sulle 29 partite che rimangono da giocare, sperare sempre di trovarsi sopra o pescare una deviazione fortunata senza metterci del proprio.
Perchè la Juventus (solidissima dietro e al quarto clean sheet di fila) al terzo anno di Allegri è ancora una squadra che con la palla non sa cosa fare e mai come domenica, sembrava sperare nell’episodio dal cielo. E per vincere servono idee, identità e coraggio. Tre cose che il Milan, il Napoli e l’Inter seppur in maniera diversa tra loro, possono dire di avere.
Se la Juventus saprà trovarle e migliorare in questo si meriterà allora i giusti plausi. Anche perché i tempi di Higuain, Dybala e Cristiano Ronaldo snoo finiti e la rosa bianconera non ha più quei campioni che risolvono da soli le partite. E Espulsione e Deviazione non sono sempre disponibili per tutto il campionato.