Kjaer uomo immenso, oltre che un semplice capitano

Kjaer

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Danimarca-Finlandia, minuto 43: rimessa laterale per i danesi. Palla verso Eriksen che si accascia al suolo privo di sensi. Tifosi rimasti con il fiato sospeso, giocatori in campo scossi. Per fortuna che su quel prato verde c’è un vero leader, non solo perchè indossa una fascia di capitano al braccio. Il battito di Christian si è fermato, non c’è più tempo da perdere. Serve freddezza, quella di Simon Kjaer. Corsa verso il suo migliore amico e massaggio cardiaco prima dell’arrivo pochi istanti dopo dello staff medico della squadra, per contribuire alla lotta del centrocampista danese tra la vita e la morte. La lingua per fortuna era giù, non stava soffocando.

Lasciato nelle mani dei medici, Kjaer è rimasto fermo ed immobile a pregare: chissà quanti pensieri gli saranno passati per la testa in quel momento. C’era lui, che con la sua semplice presenza, gli trasmetteva forza. La stessa che ha provato a trasmettere alla fidanzata di Eriksen, la quale ha chiesto di entrare in campo in preda alla disperazione. Abbraccio con il capitano e con il portiere Schmeichel, che l’hanno provata a tranquillizzare. Dodici minuti di puro terrore, ma alla fine il centrocampista danese è uscito in barella sveglio e cosciente.

Kjaer
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Questa partita si è giocata dopo tutta la paura accumulata, con la vittoria della Finlandia per 1-0. Ma il vero vincitore è stato Simon  Kjaer, un supereroe che ci ha fatto capire la responsabilità che si cela dietro un semplice simbolo ed una fascia da capitano.

L’ovazione per il capitano danese