La Germania non piega la testa, la FIFA censura come un regime illiberale

Germania FIFA

(Photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)

Oggi la Germania ha vinto e l’avversario non è stato il Giappone, bensì la FIFA, il regime del Qatar e tutti quelli che pretendono di negare diritti ad altre persone. I Mondiali in Qatar hanno destato polemiche dal primo giorno e via via queste si sono intensificate. Le modalità di assegnazione prima, lo sfruttamento dei lavoratori stranieri dopo. Una questione, però, è sempre esistita e riguarda i diritti civili. Il Qatar, con l’appoggio della FIFA, ha tentato in tutti i modi di evitare qualsiasi riferimento alla comunità LGBTQIA+. Gianni Infantino ieri poteva essere felice: l’obiettivo era stato raggiunto. Oggi, però, undici giocatori con la maglia bianca e una ministra dell’Interno di un paese europeo, hanno insegnato a tanti che non si può tacere.

La Germania per i diritti, la FIFA per il silenzio

Qatar 2022 è cominciato con due grandi scelte della FIFA, due esempi di cosa il mondo del calcio non dovrebbe mai fare: censurare e vietare iniziative a favore dei diritti. Prima il divieto imposto a sette nazionali di indossare la fascia arcobaleno “One Love” a sostegno dell’inclusione. Poi la richiesta al Belgio di eliminare la scritta “Love” dal colletto della seconda maglia. Un vero e proprio tentativo di censura che svela quanto siano vuote le parole di circostanza di Gianni Infantino sui diritti. “Mi sento Qatari, africano, arabo, migrante, gay” ha detto il presidente della FIFA nella giornata inaugurale. Ha anche sostenuto che in Qatar i lavoratori migranti abbiano tutta l’assistenza necessaria e siano lì nella legalità. Un mero gioco di potere di un presidente che, tra allargamento delle nazionali partecipanti ai Mondiali dal 2026 e rapporti con alcuni paesi, sta creando la strada per una rielezione ormai in discesa.

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11 giocatori, però, non ci sono stati. La Nationalmannschaft ha voluto dimostrare che la lotta per i diritti o c’è nei fatti o non è. Neuer non ha potuto indossare la fascia arcobaleno, ma ha posizionato la scritta “No discrimination” sulla fascia ufficiale della FIFA. Insieme ai suoi compagni, poi, si è tappato la bocca nella foto ufficiale. Le telecamere dell’organizzazione hanno censurato questo gesto mostrando altro. Un gesto simbolico immortalato dai fotografi. Ieri l’Inghilterra aveva rinunciato viste le minacce di ammonizione da parte della FIFA. La Germania non ha chinato la testa. Non l’ha fatto neanche Nancy Faeser, ministra dell’Interno della Bundesrepublik. In tribuna, davanti agli emiri del Qatar e alla dirigenza FIFA, si è tolta la giacca e ha indossato la fascia “One Love”. Da una parte, i diritti e la libertà di essere se stessi. Dall’altra, la censura e le pratiche da regime illiberale. Se questa è la strada della FIFA, bisogna appellarsi all’esempio della Germania affinché il calcio non faccia compromessi per tornare indietro nel tempo.