La Juve riapre il campionato, ma come corre la Roma

Conte Inter

(Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Sì, rischia di essere un campionato bellissimo. Rischio che, da spettatori, siamo ben disposti a correre. La corsa del Milan si ferma dopo 27 risultati utili, interrotta dalla Juventus più bella della stagione. Tra i rossoneri, pesano le troppe assenze: la rosa a disposizioni di Pioli, non è una novità, non è la migliore della Serie A. E forse fa fatica, sulla carta persino ad essere tra le prime quattro. Ma questo poco importa, perché la classifica è lì a dimostrare che, almeno finora, la carta conta poco. Altrimenti, la squadra di Pirlo sarebbe in vetta senza grossi problemi, e invece è costretta ad una lunghissima rincorsa. Iniziata ieri nel migliore dei modi: 3-1 in casa del Diavolo e divario sceso a 7 punti, con una partita da recuperare.

Non si tratta di una formalità, perché il match in questione è quello, famigerato, contro il Napoli. Una squadra che sta vivendo un periodo in chiaroscuro, capace di passeggiare su Roma e Cagliari ma anche di perdere con merito contro la Lazio e, soprattutto, di farsi rimontare dallo Spezia. Ai punti, l’avrebbe vinta Gattuso, ma il calcio non è la boxe, e i ragazzi di Italiano, ridotti in dieci, hanno trovato risorse incredibili e la forza di reagire. Al contrario, il Napoli non è stato capace di concretizzare la mole impressionante di gioco prodotto nella prima parte, chiusa con un misero 1-0. Ma non è solo una questione di sfortuna, sono troppi i passaggi a vuoto dei partenopei, e il gioco latita per lunghi tratti.

Lo stop più fragoroso, o forse faremmo meglio a dire il secondo stop più fragoroso, è quello dell’Inter. Ieri aveva la chance di superare di slancio il Milan, ma Conte ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte all’ultimo grande tattico di questa Serie A: Claudio Ranieri. Inutile dilungarsi sulla grandezza e sulla carriera del mister innamorato di Testaccio e risollevatore seriale di squadre in crisi. Con una Sampdoria priva di grandi nomi, e con evidenti problemi davanti, sta facendo i miracoli. Ieri, a beffare un’Inter che avrebbe comunque meritato di più, sono stati due ex con il dente avvelenato, Candreva e Keita. Niente drammi, dopo otto vittorie consecutive ci sta una sconfitta così, più che onorevole. Vediamo se anche il tumultuoso ambiente nerazzurro riuscirà ad introiettarla e a guardare avanti.

Non troppo avanti, perché domenica c’è lo scontro diretto all’Olimpico contro la Roma. La squadra di Fonseca è la vera rivelazione del campionato, e tra tre giorni potrebbe addirittura acciuffare il secondo posto. Specularmente a quanto fatto dalla Lazio un anno fa, i giallorossi di Fonseca – forse l’allenatore più sottovalutato della Serie A – sono il terzo incomodo. O il quarto, dipende più che altro dalla Juve. Ieri, contro il Crotone, l’ennesima prova di autorevolezza: la Roma contro le piccole non sbaglia un colpo. E, soprattutto, ha ormai recepito i meccanismi, e chiunque giochi lo spartito non cambia. La qualità del gioco è alta, anche se gli interpreti, di fronte alle grandi, si sciolgono. Un problema relativo, perché se il ruolino con le big fosse uguale all’andamento con le piccole e medie, la Roma chiuderebbe presumibilmente a 103-104 punti, con 140 reti segnate. Sì, un filo eccessivo.

Intanto, domenica Fonseca aspetta Conte, senza nulla da perdere e con tante certezze. La Juve, nella stessa giornata, ospita il Sassuolo quinto, il Milan il Torino. Questo campionato ci ha insegnato quanto sia difficile fare pronostici, ma potrebbe essere la giornata giusta per i rossoneri di riprendere il cammino. E, per Pirlo, di tallonare Roma e Inter. Il Napoli, a Udine, dovrà invece provare a restare agganciato al treno, che sembra andare già troppo veloce per Gattuso. Occhio, some sempre, all’Atalanta. La Dea è tornata, ammesso che se ne fosse mai andata. Dopo aver fatto un sol boccone del Sassuolo, ieri ha strapazzato ben bene il Parma dell’esonerato Liverani. Con una vittoria, salirebbe a soli due punti dalla Roma, e se i giallorossi possono sognare, perché non dovrebbero farlo i bergamaschi?