La Juventus e un possibile “Allegri-bis”: perché sì e perché no

Allegri

Photo Alfredo Falcone - LaPresse

La vittoria contro il Napoli nel recupero di mercoledì ha riportato almeno per qualche giorno il sereno in casa Juventus e regalato tre punti importanti in chiave Champions League agli uomini di Andrea Pirlo. Un eventuale risultato negativo, viceversa, avrebbe aggravato la crisi apertasi con la sconfitta casalinga contro il Benevento e il pareggio nel derby di sabato scorso.

All’indomani di questi due risultati, ed in particolare dopo il 2-2 della stracittadina, hanno iniziato a circolare le voci di un possibile ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera già dal termine di questa stagione. A prescindere dalla veridicità delle voci suddette, proviamo a capire quali elementi potrebbero rendere verosimile questo scenario e quali invece no.

PERCHÉ SÌ

  • Allegri è rimasto in ottimi rapporti con Andrea Agnelli e ancora oggi gode della stima da parte di John Elkann;
  • Allegri conosce fin troppo bene l’ambiente della Continassa e nel 2015 ha dovuto gestire la prima “rifondazione” juventina, quella post Berlino (via Pirlo, Vidal, Tevez e Llorente per far posto a Khedira, Alex Sandro, Dybala e Mandzukic);
  • Nel suo quinquennio bianconero Allegri ha dimostrato di sapersi adattare al materiale umano a disposizione dal punto di vista tattico;
  • La Juventus di Allegri, a costo talvolta di non catturare l’occhio degli “esteti del calcio” (categoria su cui ci sarebbe parecchio da dire, ma non è questa la sede), sapeva avere continuità di rendimento sul lungo periodo, aspetto che negli ultimi due anni è drammaticamente mancato tanto alla squadra di Sarri quanto a quella di Pirlo.

PERCHÉ NO

  • Richiamare Allegri lo scorso anno avrebbe significato rinnovare un contratto già in essere, mentre oggi la Juventus dovrebbe contrattualizzarlo nuovamente, essendo il precedente contratto scaduto il 30 giugno dello scorso anno;
  • Se è vero che i rapporti tra Allegri e Agnelli sono rimasti ottimi, appare difficile credere che lo siano anche quelli tra lo stesso allenatore livornese e il resto della dirigenza bianconera (ogni riferimento a Paratici e Nedved rischia di apparire, a questo punto, puramente preciso e puntuale);
  • La Juventus che Allegri aveva in mente prima del divorzio del 2019 non prevedeva la permanenza in organico di qualche elemento che fa ancora parte della rosa bianconera.

Oltre alla questione Allegri o non  Allegri, in ogni caso, l’altro punto da affrontare in casa Juve, già affrontato in questa sede è quello di avere le idee chiare su come ricostruire una squadra in grado di iniziare un nuovo ciclo vincente. Come insegna lo stesso Allegri: sono i giocatori a fare la differenza e non l’allenatore.