La nuova era del calciomercato: prestiti e parametri zero. Tornano ad incidere i progetti

Calciomercato

(Photo by Alex Burstow/Getty Images)

Il calcio è cambiato, profondamente. Non solo per le atmosfere formali da stadi chiusi, o per le miriadi di norme preventive che gli addetti ai lavori sono tenuti a rispettare. È cambiata radicalmente la struttura del calciomercato. In un decennio, in cui, le narrative dei trasferimenti si avviavano verso una vera e propria corsa all’oro, la crisi pandemica ha posto un severo e rigido fermo alla logica del ‘chi spende vince’. Un primo assaggio di tale mutazione è arrivato dal campo, con la vittoria del Bayern Monaco in Champions League. I bavaresi lo hanno sperimentato su se stessi. Perché se spendi quasi 120 milioni per Lucas Hernandez e Pavard ma, il successo più prestigioso, te lo portano Robert Lewandowski (parametro zero) Alphonso Davies (pagato 10 milioni) e Joshua Kimmich (pagato 8,5 milioni), un messaggio dagli dèi del calcio è arrivato forte è chiaro.

Tuttavia, non si tratta di una questione meramente romantica, anzi. Neppure un elogio spassionato alla progettualità di chi sa spendere in modo oculato, perché se n’è parlato per anni (giustamente, ndr). Si tratta di una cruda realtà legata indissolubilmente al quadro economico: la crisi da Covid ha riportato il progetto sportivo alla base delle scelte sui trasferimenti. Si è appena chiusa la finestra invernale del calciomercato e, come prevedibile, le spese sono state risicate. Normalmente, la sessione invernale o, per i nostalgici ‘di riparazione’, non è il piatto forte del calciomercato per ovvie ragioni. Risulta impossibile, infatti, immaginare l’acquisto di un top player a 200 milioni con una stagione ancora in corso. Tuttavia, anche in questa sessione, il depauperamento generale ha portato a differenze enormi, se confrontate appena ad un anno fa.

Calciomercato europeo al ribasso, non solo l’Italia

Guardando solo alla Serie A, l’acquisto più costoso è stato Rovella dal Genoa alla Juventus, per 18 milioni di euro. Se si focalizza l’attenzione sulle prime quattro del campionato, ovvero Milan, Inter, Roma e Juventus, la spesa aggregata è stata di circa 27 milioni di euro. Ai 18 del talentino genoano, infatti, si aggiungono le varie micro-spese del Milan per i prestiti onerosi. Completamente ferma l’Inter. 7 milioni per Reynolds, da parte della Roma e il ritorno a parametro zero di El Shaarawy. Le prime quattro: 27 milioni. Di questi tempi, appena un anno fa, solo la Juventus ne sborsava 35 per assicurarsi Dejan Kulusevski. L’Inter quasi 30 per Christian Eriksen, ed erano le prime due della Serie A.

Dando un’occhiata all’estero, il dato è ancor più sorprendente. Il Manchester United si assicurava Bruno Fernandes per 55 milioni di euro. Il Tottenham investiva 30 milioni per Bergwjin, il Real Madrid 30 per il giovane Reinier. L’Hertha Berlino sborsava quasi 50 milioni tra Krzysztof Piatek e Lucas Tousart. Quest’anno l’acquisto ‘più costoso’ di gennaio è stato Benrahma al West Ham, per circa 23 milioni. Una rivisitazione al ribasso, certo. Non è stata scoperta la luna ma, intrinsecamente, passa un messaggio che vedremo più avanti.

Il rapporto KPMG sul primo calo delle spese del calciomercato in estate

Gli affari low-cost, dapprima sintomo di una società che ‘non voleva tornare ai vertici’, ora rasentano l’unica via percorribile per rinforzare la squadra fronteggiando la crisi. Il rapporto “The European Champions 2021” di KPMG Sports, aveva già fornito un quadro preciso di cosa, già in estate, era cambiato. La sessione estiva, fu dominata da un’abbondanza di trasferimenti a costo ridotto, insieme a contratti di prestito con future opzioni di acquisto e swap, poiché i club non possedevano i fondi per acquistare i giocatori ai prezzi a cui erano abituati. A sostegno delle previsioni iniziali di KPMG, il CIES aveva stimato che il valore delle transazioni della finestra di trasferimento estiva nei top-5 campionati europei, è diminuito del 43% rispetto al 2019 (5,8 miliardi di euro, ndr) al 2020 (3,3 miliardi di euro, ndr). Allo stesso modo, la percentuale di giocatori ingaggiati senza spese di trasferimento è aumentata dal 26,2% al 32,3%, mentre nello stesso periodo è aumentata anche la percentuale dei prestiti dal 23,1% al 30,0 %. I club di calcio sono stati costretti ad evolversi per navigare nel nuovo e instabile panorama che si sta ancora sviluppando.

Una nuova frontiera

Il messaggio. Già, perché il calcio porta sempre dei messaggi. In questo caso, probabilmente, un’opportunità. Un’occasione per tornare ad investire sui giovani, sui giocatori che hanno da dare e che, loro malgrado, non sono sponsorizzati da potenti e lussuosi procuratori in Bentley. Si apre il calciomercato dei progetti, dove Bryan Reynolds sceglie la Roma, per l’affinità statunitense con Friedkin, rigettando il fascino della Juventus dominatrice in Italia, con la stella Cristiano Ronaldo in squadra. Il calciomercato in cui, un autentico talento come Zirkzee finisce al Parma, consapevole che i ducali siano nel pieno di un progetto che punta sui giovani. In altri tempi, probabilmente, 10 milioni alla firma, 5 al procuratore, e uno come l’olandese sarebbe stato un nuovo acquisto di qualche club potente, senza particolari prospettive future ma con il portafoglio pieno. Il calcio sta cambiando e, consequenzialmente, cambia anche il calciomercato. Sia il calcio dei progetti, della voglia di giocare e di crescere. Sia il calcio del progetto, del duro lavoro e della voglia di essere grandi. Smetta di essere il calcio dei contratti lussuosi, non per populismo né semplice retorica ma, perché, l’essenza del calcio è esattamente questa e snaturarla ha distrutto questo sport negli anni, già prima del famigerato CovidIo non ho mai visto un mucchio di soldi segnare un gol”. cit. Johan Cruijff, una delle tante meraviglia che questo sport ha potuto offrire.