Lazio, Immobile il sottovalutato che non ha più nulla da dimostrare

(Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Non ho bisogno di rispondere alle critiche ed alle polemiche, parlano i miei dati”: parola di Ciro Immobile. Mai frase fu più vera, soprattutto quando si parla dei numeri creati dal 31enne laziale. Criticato da chi probabilmente vorrebbe avere in rosa un attaccante come lui, è arrivato ieri a 140 gol (in 195 presenze in Serie A) in maglia biancoceleste dalla stagione 2016/17, è entrato nella TOP15 dei bomber di sempre in Serie A, vincitore negli anni passati di una Scarpa d’Oro, nel 2021 è stato Campione d’Europa, attaccante con più gol in campionato per tre stagioni e tanto altro ancora.

“Segna solo su rigore”, “in Nazionale fa poco”, direbbero altri. Eppure ieri con la Salernitana – ma non solo – Immobile ha dimostrato di poter segnare di destro, di sinistro, di testa e non solo dagli undici metri (dove ci vuole comunque capacità e non tutti sembrano in grado di farlo). Con l’Italia di Mancini il gioco è diverso da quello prima di Sarri e poi di Inzaghi: in biancoceleste gli schemi lo favoriscono, con passaggi in profondità dove lui mostra il massimo del suo potenziale. Eppure ieri Maurizio Sarri, al termine del match con la Salernitana, ha spiegato come Immobile ora esca molto di più dall’area e dà una mano ai compagni, non diminuendo comunque la sua media gol. Con l’Italia, invece, sia i centrocampisti che le ali non lo servono (o non effettuano passaggi come quelli di Milinkovic o Pedro).

Ciro Immobile è l’attaccante più sottovalutato d’Italia.