Lazio, la Procura Federale: “Sanzioni non rispecchiano quanto richiesto”

Dopo la sentenza di primo grado del Tribunale Federale Nazionale sul caso tamponi in casa Lazio, la società di Lotito ha immediatamente dichiarato che sarebbe ricorsa in appello. Questo il comunicato:

“La Società Sportiva Lazio, a seguito del pronunciamento della sentenza di primo grado della giustizia sportiva, che prevede sette mesi di inibizione per il Presidente, 12 mesi per i medici sociali e 150 mila euro di multa per la Società, comunica che impugnerà in appello queste decisioni”.

Allo stesso modo, questa sera è arrivato il comunicato della Procura Federale che egualmente ha annunciato che ricorrerà in appello perché, pur venendo riconosciuto l’impianto accusatorio nei confronti della Lazio, le pene richieste non sono state accolte:

Relativamente alla sentenza emessa oggi dal Tribunale Federale Nazionale sul procedimento relativo alla Lazio, la Procura Federale, nella persona del Procuratore Federale Giuseppe Chiné, pur soddisfatta della tenuta dell’impianto accusatorio, rende noto che, non appena saranno pubblicate le motivazioni, farà appello alla Corte Federale poiché le sanzioni irrogate non rispecchiano in pieno quelle richieste dinanzi al TFN. La Procura Federale esprime comunque soddisfazione per il riconoscimento della solidità degli elementi documentali di prova della avvenuta e plurima violazione dei Protocolli sanitari da parte dei vertici della SS. Lazio nel periodo ottobre/novembre 2020 oggetto di contestazione“.