Lazio, mai così tante reti subite in 60 anni. E Reina…

Reina, Lazio

Photo Alessandro Garofalo/LaPresse

Il 5-2 subito ieri sera contro il Napoli, certifica quello che, in casa Lazio, è il vero problema di questa stagione: la difesa. Dopo 31 partite di campionato sono già 46 le reti subite, il peggior dato dal 1961, quando la porta biancoceleste fu battuta ben 57 volte. Non che l’attacco stia facendo sfaceli, ma la solidità del reparto arretrato, la scorsa stagione, era una certezza. Ma cosa è cambiato in questi 12 mesi? Innanzitutto, il portiere. L’arrivo di Pepe Reina, che garantisce qualità nell’impostazione e sicurezza in uscita, ha convinto Simone Inzaghi a mettere da parte Thomas Strakosha. Ossia, il portiere titolare delle ultime stagioni, 13 anni più giovane dello spagnolo, potenzialmente, almeno tra i pali, tra i migliori prospetti in giro per l”Europa.

Un sacrificio che, anche alla luce della pessima prestazione di ieri di Reina tra i pali, non ha portato i frutti e i punti sperati. Ma quello del portiere non è stato l’unico problema in fase difensiva della Lazio. Acerbi, che è sempre e comunque una certezza, ha vissuto (ma è del tutto giustificabile alla terza stagione in biancoceleste) qualche momento di appannamento. Quando è stato chiamato a spostarsi sul centrosinistra, per fare spazio a Hoedt in mezzo, la retroguardia laziale ha ballato e non poco. Non è il caso di ieri sera. E poi, l’assenza prolungata di Luiz Felipe, tecnicamente il migliore del pacchetto arretrato.

L’adattamento di Marusic, la nota più lieta della stagione, è sintomatico di come le alternative ai titolari, tra cui un Radu molto in là con gli anni, non siano all’altezza. Ma la fragilità difensiva della Lazio non riguarda solo la difesa, ovviamente. Non è mai una questione esclusivamente di singoli, e neanche di reparto. L’altra fragilità emersa da questa stagione riguarda Lucas Leiva, che dopo aver tirato la carretta per anni, adesso sembra davvero in debito di energie. La carta di identità parla chiaro: 34 anni. Nelle gambe e nei polmoni non ha più il ritmo per giocare 40 partite di alto livello. E questo, in prospettiva futura, apre un interrogativo gigantesco, perché sostituire un giocatore come il brasiliano è impresa ardua.