Livorno, crisi senza fine: la società è in liquidazione

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Jennifer Lorenzini/LaPresse

Il Livorno non riesce a trovare pace. Dopo la doppia retrocessione dalla Serie B alla Serie D, i problemi societari e lo sfratto dall’Armando Picchi, ora la società è stata messa in liquidazione. Il cda di ieri non ha portato soluzioni. Aldo Spinelli e Navarra non si sono presentati e l’unica decisione presa è stata quella di nominare commissario liquidatore Pierpaolo Gherlone. “È stato un atto dovuto previsto dal codice civile. Il mio compito sarà quello di trovare un nuovo soggetto a cui veicolare, in base alle norme federali, il compendio aziendale incluso il titolo sportivo ed il diritto all’affiliazione o in alternativa far revocare, entro il 19 luglio, la liquidazione qualora si perfezionassero accordi oggi in divenire per garantire la continuità aziendale” ha affermato.

A meno di due settimane dal termine delle iscrizioni al campionato di Serie D, però, la situazione è drammatica. Le opzioni sul tavolo sono tre. La prima porta alla ricerca di nuovi capitali e di nuovi investitori. Strada difficile considerando i tempi ristretti e il particolare momento storico. L’unico imprenditore interessato è lo svizzero Walter Tisone, ma al momento non sembra esserci l’accordo. Un tira e molla che va avanti da oltre un mese senza risultati. La seconda è la più estrema: lo scioglimento, la cancellazione della matricola e l’eventuale ripartenza con una nuova società. L’ultima comprende l’uomo che ha determinato le sorti degli amaranto in questi decenni: Aldo Spinelli. Il Livorno ha toccato vette mai viste con il patron ex Genoa ed ora è sprofondato in un tunnel dove non si vede la luce. A trent’anni dal fallimento che portò la squadra in Eccellenza, la città spera di non rivivere quei momenti.