Longari in Esclusiva a CiP: “Inter, ecco perché fa fatica a cedere i giocatori”

Longari Cip

(Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Il mondo di Calcio in Pillole continua ad evolversi, sempre nell’ottica del racconto calcistico.

Nella giornata odierna è partito il nuovo format pensato dalla nostra Redazione: CIP Football Bar Summer Edition. Tutti i giorni dal lunedì al venerdì, per tutto il mese d’agosto, saremo in diretta su tutti i nostri canali social insieme al Senior Editor di Sportitalia Gianluigi Longari. La puntata odierna è stata condotta dal nostro caporedattore Francesco Lionetti. Di seguito ecco le dichiarazioni che Longari ha rilasciato in esclusiva ai nostri microfoni.

CIP Football Bar Summer Edition: le dichiarazioni di Longari

L’Inter sta facendo molta fatica a cedere i propri giocatori per ‘far cassa’. Secondo te a cosa sono dovute queste difficoltà?

“Io credo che, il problema principale, risieda nel fatto che sia ormai acclarata la necessità dell’Inter di incassare. Secondo me, a livello mediatico, la strategia non è stata corretta. Se tu lasci trapelare che, per forza di cose, devi chiudere il mercato con +60 milioni, è chiaro che tutte le squadre, forti di questa tua necessità, giochino a ribasso nei tuoi confronti. Probabilmente, è per questo motivo che l’Inter sta incontrando difficoltà maggiori del previsto a cedere. Poi, andiamo a vedere i giocatori che l’Inter aveva in uscita. Su Skriniar, è un giocatore che ha il contratto che scade nel 2023. L’Inter può legittimamente fare un prezzo alto come 70 milioni però, chiaramente, l’interlocutore pensa: ‘Perchè devo darti 70 milioni adesso per un giocatore che, se non rinnova, posso bloccare a 0 a gennaio?’. Sono discorsi che non giocano a favore dell’Inter. Per quanto riguarda Dumfries, potrebbe esserci qualche evoluzioni visto che il Chelsea sta spingendo per lui. Credo, però, che l’Inter valuterà questa ‘evoluzione’ se avesse già il sostituto bloccato. Credo che il profilo di Singo sia il più adeguato”. 

Ci sono due squadre in una fase fortemente transitoria, si tratta di Napoli e Atalanta. Quali sono, secondo te, le prospettive di queste squadre dopo tutti i cambiamenti?

Se da una parte il Napoli ha una realtà che, secondo me, dovrebbe sempre puntare al massimo obiettivo per rispetto di una delle migliori piazze in Italia – e onestamente avrei fatto uno sforzo in più per trattenere Koulibaly e Mertens – va comunque denotata la volontà di cambiare qualcosa, anche di far comprendere anche allo spogliatoio che il ciclo antecedente sia terminato seppur senza grandi successi, portando un’aria di ‘rivoluzione’. Il Napoli lo vedo con un po’ di scetticismo perché, secondo me, avrebbe dovuto fare una sforzo in più per Koulibaly. L’hai comunque tenuto per tutta la carriera e credo che, davanti alla giusta proposta, sarebbe rimasto ancora. Sull’Atalanta credo che, lo scorso anno, uno dei grandi problemi sia stato il trattenere ‘a forza’ dei giocatori che volevano il grande salto, magari anche per volontà dello stesso Gasperini o perchè le offerte non rispettavano le richieste del club. A lungo andare è una strategia che rischi di pagare con i risultati. La forza dell’Atalanta è stata la freschezza del progetto, l’entusiasmo, il sacrificio collettivo secondo le idee di Gasperini che sono dispendiose fisicamente e mentalmente. Questo cambio di giocatori era necessario e sono d’accordo. Credo che, in uscita, non siano finite le operazioni”.

Non si può non parlare della Roma. Grande mercato ed entusiasmo, a cosa possono ambire i giallorossi?

“Secondo me deve per forza puntare a qualificarsi in Champions League, non si transige da questo obiettivo. A Mourinho è stato dato un anno di adattamento in cui, al netto delle difficoltà, ha portato a casa un trofeo e la sua rosa non era all’altezza da puntare al quarto posto. Quest’anno, la strategia, è stata quella di assecondare in tutto e per tutto le volontà di Mourinho, puntando su top player con un passato altisonante e con grande esperienza, qualità, spirito e carattere. Mourinho chiedeva un percorso di crescita collettivo per aiutare anche i giovani e potrà seguirlo. Questo è l’anno in cui bisogna raccogliere qualcosa. E’ vero che il progetto è triennale ma, già quest’anno, devi ambire a tornare in Champions League perché la piazza lo merita. Abbiamo visto tanto entusiasmo anche ieri, Mourinho ormai è diventato un capopolo. Credo manchi ancora qualcosa in difesa però”.

Quali delle squadre internazionali secondo te ha operato meglio?

“Barcellona tutta la vita. Ha fatto una rivoluzione totale, non so con quali soldi. Ha fatto all-in rispetto alle condizioni economica. Non so con quali soldi’ era una battuta perchè poi si sa: ha deciso di anticipare gli incassi dei prossimi anni, di impegnare gli introiti televisivi ecc per coprire il budget a disposizione della società. Sono arrivati tutti giocatori di altissimo livello: Raphinha mi fa impazzire personalmente, Lewandowski non ha bisogno di presentazioni. Kessié è un giocatore che, secondo me, nelle idee tattiche di Xavi, dovrebbe ripercorrere un po’ quello che è stato Yaya Touré per Xavi che completava il reparto prima di Busquets, quando Xavi era diventato titolare da giocatore. Koundé è un altro innesto di assoluto valore. Forse si può fare ancora qualcosa sulle corise esterne difensive ma, nel complesso, questa rivoluzione secondo me è destinata ad avere successo”.