L’UEFA cambia linea: pronta la rivoluzione del Fair Play Finanziario

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(Photo by FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

Il Fair Play Finanziario è stato ed è motivo di preoccupazione per molte società ed ostacolo da aggirare per altre. Questo strumento è stato introdotto nel 2011 per migliorare le condizioni finanziarie dei club europei. Il principio che sta alla base è che per avere sostenibilità è necessario bilanciare le spese con i ricavi e ridurre i debiti. Un’idea che sulla carta poteva avere senso nel pieno della crisi economica del 2010, ma che oggi ha la necessità di essere riformata. Per questo la UEFA, dopo averlo sospeso causa Covid un anno fa, vuole rivoluzionare radicalmente il Fair Play Finanziario. Il nuovo fondamento dovrà essere spendere, ma evitando gli sprechi. Domani la federazione ne parlerà in una conferenza aperta al Parlamento Europeo. Da qui inizierà un percorso volto a mettere nero su bianco la riforma entro l’anno per fare. L’obiettivo è l’entrata in vigore del nuovo FFP nel 2022.

Il problema principale del sistema calcistico è rimasto la sostenibilità. Se i ricavi, però, faticano ad aumentare, e ci vorrà tempo affinchè tornino al pre-pandemia, i costi riguardanti stipendi dei calciatori e commissioni degli agenti non fermano la loro crescita. L’UEFA avrà il compito di trasformare il nuovo principio cardine in misure attuabili che sostituiscano l’attuale break-even, ovvero, il bilanciamento ricavi-uscite. In Unione Europea non si può introdurre il cosiddetto salary-cap, il tetto salariale usato nelle leghe professionistiche degli Stati Uniti. Le alternative sono al momento due. La prima è una specie di luxury tax. Questa consisterebbe in una percentuale della cifra di acquisto di un calciatore da distribuire al sistema. La seconda è un nuovo break-even ancora da ipotizzare.

La strada dell’UEFA verso un nuovo Fair Play Finanziario sarà tortuosa. Tuttavia, sarà necessaria per salvare un sistema sempre più in difficoltà e in cui le disuguaglianze tra società continuano ad aumentare. Il Covid ha accelerato un percorso segnato, ora sta ai vertici del calcio salvare il proprio mondo.