Mancini: “Il nostro calcio non poteva essere finito dopo la Svezia”

(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Il tecnico degli Azzurri Roberto Mancini è intervenuto in un’intervista sul Tirreno, affrontando diverse tematiche.

La ripresa della Nazionale Italiana

“Vedo entusiasmo, amicizia, rispetto e coesione, sto lavorando su una base tecnica e caratteriale. Ho trovato subito una buona intesa, mi seguono, c’è entusiasmo per il lavoro che propongo. Quando ho accettato l’incarico di fare il Ct, in tanti mi hanno detto: ‘Ma chi te lo fa fare?’. L’eliminazione dai Mondiali di Russia sembrava una strada senza ritorno. Il nostro calcio non poteva essere finito. Sapevo che avrei ritrovato giocatori, bastava cercarli“.

Il ritorno di Zaniolo

“Zaniolo? Lo aspetto. Non voglio mettergli pressioni, ma ce la farà. Potrebbe tornare in campo già a marzo. La Roma di Fonseca la guardo con grande interesse. Ha un gioco propositivo e un ottimo organico”. 

Il ricordo di Mancini per Paolo Rossi

“Più passa il tempo e più sono sconvolto. Non sapevo fosse malato, non me ne faccio una ragione. Fatico a togliermi dalla mente il suo sorriso. Pablito è il simbolo di intere generazioni, di un’Italia che attorno a lui ha trovato la forza di tirarsi fuori da un momento difficile e poi ripartire”.