Maurizio Sarri: “Lasciare il Chelsea è stato un errore madornale”

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Per chiudere, ma Beoni viene con lei alla Lazio?

“No, l’ho visto ieri l’altro ma quest’anno non viene con me. Abbiamo dovuto ridimensionare un po’ il numero dei collaboratori e ora è a casa, ma credo che troverà presto una sistemazione. E’ un allenatore che ha fatto una carriera molto sotto le sue possibilità”. 

Spalletti-Napoli?

“Gli faccio il mio più grande in bocca al lupo. Napoli non è una piazza facile anche visto il presidente De Laurentiis”. 

Come vedi l’Italia all’Europeo?

“Non ho visto tante partite dell’Europeo ma mi sembra di vedere che siamo la squadra che gioca il miglior calcio. E’ stato bravo Mancini a scegliere giocatori che potevano fare il suo gioco”. 

Giroud al Milan come lo vedi?

“Prima della finale di Europa League Zola mi chiese come pensavo di giocare la finale. Gli dissi che io sceglievo Pedro e Giroud, poi il resto poteva sceglierli lui. Sono giocatori che sono abituati a giocare e vincere le finali”. 

Ti ha contattato la Fiorentina? E al Chelsea saresti rimasto?

“Ho dato la disponibilità alla Fiorentina prima di Prandelli ma a giugno sono andati su altre strade. Al Chelsea ho fatto un errore. Non dovevo tornare in Italia. Io avevo voglia di tornare ma il Chelsea è una grandissima società e nei due anni dopo hanno preso tanti giocatori giovani adatti al mio modulo. Era l’anno in cui Abramovich non poteva entrare in Inghilterra e dunque un anno particolare al Chelsea. L’aspetto calcistico era in mano a noi dello staff e potevamo fare quello che volevamo senza avere di fatto la potenza economica. Il Chelsea poi ha investito soldi una sessione dopo il mio addio”. 

Il costo di Ronaldo, in merito ai benefici, è stato un buon affare?

“A parte questa che riguarda me allenatore non mi interessa. A me basta che mi diano un obiettivo. La Juventus ha una forza economica unica e la storia che la Juve debba vincere la Champions per forza è falsa. La Juventus è decima in Europa per fatturati anche se non è vero che il fatturato danno le vittorie”. 

Le attribuiscono questa frase: la Juventus non è allenabile. 

“Feci una riunione ad ottobre con lo staff e la domanda era: continuiamo per la nostra direzione e andiamo a casa tra venti giorni o cambiamo qualcosa, proviamo a vincere il campionato sapendo che poi ci mandano via lo stesso?”. 

Per quanto allenerai?

“Non lo so. Devo avere qualcosa di gratificante per continuare”. 

Gli allenatori di Roma sulla carta sono più importanti di quelli di Milano?

“Hai detto bene, è solo sulla carta. Io voglio tornare ad avere una squadra che vuole lavorare duramente tutta la settimana per divertirsi a domenica. Con questo spirito è più facile vincere”. 

In tutti questi anni è cambiato più l’uomo o l’allenatore?

“Penso che senza rendersene conto cambiamo sempre. Quando alleno ho delle esigenze e io voglio avere una società che mi fa fare l’allenatore a 360° e se non è così vado in frustrazione e mi rattristisco”. 

Si aspettava Pirlo dopo di lei?

“Non lo so, questo è l’effetto Guardiola che ha fatto tanti danni. Si corre il rischio di bruciare dei ragazzi che tra due-tre anni potevano essere dei grandi allenatori. Non so perché hanno fatto questa scelta”. 

Come si passa dal 3-5-2 al 4-3-3?

“Bisognerà andare sul mercato perché al momento non ci sono esterni alti nella rosa della Lazio. L’idea di fondo è il 4-3-3 ma vediamo se il mercato cosa ci porterà. Le prime parole da laziale le vorrei fare in fase di presentazione. Lazzari da esterno alto? Con una gamba così può fare ciò che vuole”. 

Ronaldo lo avrebbe tenuto?

“Questo dipende dalle esigenze della società. Secondo me meglio rinunciare a un giocatore rispetto a più altri. Con Ronaldo va fatta una squadra attorno a lui”. 

Quanto è stato vicino alla Roma?

“Non ci ho parlato mai direttamente ma molto vicino”. 

Sarri ha inventato anche Mertens falso nueve. E’ stata la tua più grande genialità?

“E’ stata anche una botta di culo, come si dice a Firenze. A Bergamo siamo rimasti in dieci e loro attaccavano a pieno organico. C’erano spazi per ripartire e abbiamo messo Mertens da attaccante. Mertens in 15 minuti ha preso due rigori e ha fatto il diavolo a quattro. L’anno in cui si è perso Higuain e con l’infortunio di Milik si torna a quel tentativo e mi ricordo la discussione nello spogliatoio con Dries che mi chiedeva se poteva farlo, io gli disse che poteva fare venti gol, ne fece 28”. 

Chi alleneresti di nuovo tra Higuain, Callejon e Insigne?

“Higuain è un fenomeno, se si accende è unico ma serve farlo accendere. Callejon è determinante per l’equilibrio. Insigne da qualche anno è il giocatore più forte d’Italia ma non capisco perché se sbaglia cinque minuti in un campionato viene attaccato. Non viene sempre compreso e spesso sottovalutato. Dal punto di vista umano allenerei tutti. Se mi serve qualità Insigne, equilibrio Callejon”. 

Lo scudetto perso in albergo.

“Tutti quelli che hanno giocato a calcio comprendono cosa vuol dire quella frase. La squadra aveva visto uno spiraglio per lo scudetto e in due minuti è finito tutto. Ho visto giocatori piangere per le scale e sembrava che tutto fosse finito con quegli episodi”. 

Sarà Mourinho contro Sarri…

“Io contro Mourinho? Sarà sempre Roma-Lazio, nessuno dei due potrà segnare un gol. La voglia è quella di tornare a divertirsi e i tifosi vogliono vedere la squadra giocar bene e divertirsi. Se io mi diverto credo che allora anche i giocatori si stanno divertendo. Il giocar male per vincere è un luogo comune che non mi piace. Infatti mi sono divertito molto a Napoli e gli ultimi mesi al Chelsea”. 

Dopo un Udinese-Juventus alla Dacia Arena, mi hanno sussurrato di un litigio con Nedved. E’ verità o no?

“Nono questo non è vero. C’erano delle discussioni ma erano normali post-partita. Non mi è piaciuto che la squadra dopo il campionato vinto abbia un po’ mollato perché poi staccare la spina e riattaccarla può sembrare semplice ma non era così. La squadra doveva sparare al massimo per arrivare pronta alla partita di Champions con il Lione. Io sapevo che era un errore staccare la spina”. 

Chi è il nuovo Sarri in Italia?

“Un nuovo Sarri può essere Roberto De Zerbi perché ha dimostrato tanto e secondo me gli farà bene essere andato in Ucraina perché gli dà internazionalità. Anche Italiano è un ottimo allenatore e mi dispiace che De Zerbi non sia in Serie A”. 

Paulo Dybala è passato da miglior giocatore della A a un problema. 

“Dybala mi ha confermato di voler tornare a giocare con me. Quest’anno non ha mai avuto la possibilità di giocare al 100% ma con le sue abilità Dybala può tornare. La Juventus o lo cede o lo tiene”. 

Jorginho è da Pallone d’Oro?

“Se Jorginho vince l’Europeo certo che può diventare un candidato per il Pallone d’Oro. E’ intelligente e bravissimo col pallone, difficile che ti rimanga in mente una sua giocata ma la sua abilità di giocare la palla a un tocco è unica. Quando me lo sono ritrovato al Chelsea Jorginho stava per firmare con il City. Grazie ai mediatori l’abbiamo preso noi ma sia l’ambiente sia i giornalisti faticavano a capirne le abilità. Piano piano è esploso, sono contentissimo per lui e per ciò che sta facendo, se lo merita”. 

Una delle situazioni più complicate fu quando hai sostituito Ronaldo..

“La gestione di Ronaldo non è semplice ma è una società multinazionale che ha degli interessi personali da abbinare a quelli della squadra. Sinceramente mi ritengo molto più bravo a fare l’allenatore e non il gestore, mi diverto di più in campo. Ci sono anche aspetti positivi, Ronaldo alla fine i numeri li fa. Quando un ragazzo arriva a questi livelli si rivela qualcosa che può andare oltre alla squadra e alla società. Va oltre alla normalità, è il prodotto della nostra società. I negli ultimi anni sento tanto parlare dei singoli e non della squadra. La squadra non corrisponde al valore dei singoli”. 

Il Napoli ti ha contattato a Gennaio?

“Sì il Napoli mi ha contattato ma non mi sentivo di tornare perché non c’erano gli stimoli giusti e ho detto di parlarne a Luglio, ma si è chiusa a Gennaio”. 

E’ stato lungo un anno senza calcio?

“Quest’anno non c’erano le condizioni. Con gli stadi vuoti non c’era l’entusiasmo per tornare in panchina. Non mi ha pesato stare fuori ma ora è chiaro che, con gli spettatori allo stadio, la voglia torna”. 

Nel 2019 Europa League con il Chelsea, 2020 scudetto con la Juventus e poi un anno sabbattico. Quello scudetto è stato sottovalutato?

“Diciamo era dato per scontato sia dall’esterno sia dall’interno. Nessuno ha festeggiato. L’anno giusto per andare alla Juve forse sarebbe questo, visto che hanno festeggiato anche per un quarto posto. Penso che sia stato poco festeggiato lo scudetto perché erano tanti anni che vinceva la Juventus. Per vincere bisogna fare molto bene”. 

“Cosa ho fatto in questi 332 giorni? Niente di particolare. Sono stato con la famiglia e ho letto tantissimo. Ho visto anche tante partite ma ho visto anche tante corse ciclistiche, una mia passione. Vengo da una famiglia di ciclisti, sia mio nonno sia mio padre, è una passione di famiglia. Ho visto un po’ di calcio senza però esagerare, gli stadi vuoti mi hanno fatto molta tristezza”. 

Il mister verrà intervistato da Alfredo Pedullà, giornalista di Sportitalia.

Il tecnico della Lazio parlerà da casa sua in Castelfranco di Sopra. Tra poco l’inizio dell’intervento.

Maurizio Sarri, nuovo tecnico della Lazio, rompe il silenzio durato più di un anno e torna a parlare alla stampa. Lo fa in un intervento in esclusiva di Sportitalia con il tecnico ex Juventus, Napoli e Chelsea che parlerà della sua nuova avventura, degli obiettivi e di ciò che si aspetta da questo nuovo ambiente.

La Capitale è già in visibilio per Jose Mourinho che ha raggiunto Trigoria, ma anche la Lazio può fare la voce grossa avendo preso un allenatore top in Europa. La speranza dei tifosi è quella di poter tornare a competere per lo scudetto che manca da tanti anni. Tra pochissimo l’inizio della puntata con Sarri che comincerà la sua lunga intervista.