Milan, da Theo a Kalulu e Gabbia: l’importanza della difesa

I successi rossoneri si costruiscono dalle retrovie, e nelle prime partite paiono in ottima forma quasi tutti i difensori meneghini.

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Per capire al meglio i successi del Milan in questo avvio di stagione è necessario partire dalla retroguardia. Infatti il gol siglato da Theo Hernandez nella sfida contro il Venezia è solo l’ultimo grande apporto che i difensori meneghini hanno fornito alla loro squadra. A fianco dei punti saldi Tomori ed Hernandez anche altri giocatori sono alla base dei buoni risultati fin qui inanellati.

In primis, chi temeva per la partenza di Donnarumma ha impiegato davvero poco a ricredersi: e se il rigore neutralizzato a Bale nel pre-campionato è stato solo un assaggio delle doti di Mike Maignan, una definitiva conferma si è avuta ad Anfield e all’Allianz Stadium contro la Juventus.

Ma ciò che più stupisce in positivo è stata la capacità di Pioli di fare sentire parte integrante del progetto anche quegli elementi che sulla carta parevano destinati a ricoprire un ruolo marginale: l’indisponibilità di due ottime pedine, sulla via della conferma personale, come Simon Kjaer e capitan Calabria ha reso necessario il coinvolgimento di Kalulu e Matteo Gabbia. Il giovane francese ha saputo rispondere molto bene contro la Juventus, rischiando addirittura di trovare il gol del sorpasso, mentre il centrale italiano ha leggermente faticato contro i lagunari nell’infrasettimanale, non concedendo però grandi pericoli.

Non meno importante il recupero mentale di Alessio Romagnoli: il centrale di Anzio infatti, dopo un finale di stagione particolarmente negativo, sembra essersi calato nel nuovo cmpionato con lo spirito giusto, permettendo così a Kjaer e Tomori di rifiatare senza perdere in solidità difensiva. Uniche pecche fin qui Alessandro Florenzi e Ballo-Touré: a mister Pioli il compito di plasmarne le capacità al servizio della squadra.