Milan, Leao: “Sono cresciuto, ora siamo pronti per vincere lo scudetto”

È cresciuto, è maturato come calciatore e come uomo, ed in campo si vede. Rafael Leao è il florido presente e lo speranzoso futuro di un Milan in rampa di lancio che cerca il riscatto. Il portoghese ha rilasciato una profonda intervista alla Gazzetta dello Sport, parlando della sua crescita personale, dell’obiettivo scudetto coi rossoneri e del rapporto con Pioli e la dirigenza.

Le parole di Leao

Crescita personale

“Domiamo le onde più alte, cerchiamo di prenderle sempre nel modo giusto per restare in piedi e arrivare al traguardo. Sono sempre pronto a dare tutto per la squadra, posso fare la differenza perché sono cresciuto. Prima non ero costante. Magari giocavo un quarto d’ora alla grande, poi mi fermavo o facevo le cose a metà, saltavo l’uomo e sbagliavo il passaggio chiave. Oggi sono diventato concreto, continuo nei 90 minuti, segno di più e faccio più assist. Gioco in una grande squadra, certo, ma ho cambiato il modo di approcciarmi alle partite. Sono più deciso. Conosco meglio la Serie A, ho avuto i consigli giusti dai miei e dal mio personal trainer”.

Questione di fiducia

“Non mi è mai mancata la fiducia della società, dei compagni e dell’allenatore, che mi hanno sempre fatto sentire protetto”.

Su Pioli

“Pioli mi ha capito, sa che con i miei dribbling e i miei strappi posso fare la differenza. Prima con me curava molto l’aspetto tattico, ero più giovane e più indisciplinato. Ora non mi spiega molto, si fida di me, sa che faccio la mia parte anche quando il pallone ce l’hanno gli avversari. Mi dice ‘Stai largo e punta l’uomo’: per me diventa tutto più facile. Ho giocato anche da prima punta e da ’10’, sono pronto a rifarlo se serve, ma a sinistra è un’altra cosa… Lo ringrazio per il paragone con Henry, parliamo di un grandissimo fuoriclasse. Io però voglio essere Rafa, voglio fare la mia strada”.

A chi si ispira Rafael Leao

“Mi ispiro a Mbappé e Neymar, nel Milan ammiravo tantissimo Kakà. Paolo Maldini lo guardavo in tv quando ero piccolo: una leggenda. Adesso mi dà consigli per migliorare, mi sento molto fortunato”.

Su Ibrahimovic

“Ibrahimovic è un campione che non ha mai dimenticato il passato. A me ricorda sempre di restare umile e di lavorare, lavorare, lavorare: solo così puoi fare grandi cose. Questo è il Leao di cui parlavano gli osservatori quando ero ragazzino. Posso ancora migliorare, ma riesco già a incidere sui risultati con le mie qualità, sono a un buon punto del percorso. Posso e devo segnare di più. Lavoro tutti i giorni per diventare un grande giocatore”. 

Scudetto

“Sì, siamo pronti per vincere lo scudetto. Siamo più forti e più maturi dell’anno scorso. Vincere il campionato è l’obiettivo, vogliamo vedere Milano tutta rossonera. Sono giovane, ma in campo mi sento adulto, e lo stesso vale per tanti miei compagni. Lo ripete anche Pioli, a me, a Tonali e a Saelemaekers: ‘Siete giovani solo sulla carta di identità’. Lo scudetto può valere un tatuaggio? Magari sì, stiamo a vedere…”.

I prossimi match contro Juventus ed Inter 

“Le prossime due partite contro Juve e Inter sono importantissime, ma non decisive. È ancora lunga. Con la Juve sarà difficile, è una grande squadra tornata a fare punti. Dobbiamo sfruttare il vantaggio di giocare in casa, i nostri tifosi ci caricano anche se saranno in cinquemila. Abbiamo bisogno di riprendere a vincere, siamo pronti, sappiamo che valiamo. Cerco di capire come posso far male a chi avrò di fronte in base alle loro caratteristiche. Ma mi lascerò guidare anche dall’istinto: io dribblo, lo faccio da quando ero piccolo, mi riesce naturale”. 

Su Theo Hernandez

“Theo è velocissimo come me. Giocarci è spettacolare, è uno dei terzini più forti al mondo. Spero di averlo accanto ancora a lungo al Milan”.

Il futuro

“Ho altri due anni di contratto, non sono pochi. Vediamo, è ancora presto, di sicuro io qui sto benissimo”.

Più facile andare al Mondiale in Qatar con Cristiano Ronaldo o vincere lo scudetto con Ibrahimovic?

“Con loro in squadra tutto è possibile. Io cerco di rimanere concentrato e di dimostrarmi all’altezza di stare al fianco di due giganti così”.