Milan, Pioli sbaglia dopo 10 mesi. Atalanta-Milan come Marco Aurelio

Milan, Atalanta

(Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Una caduta del genere fa rumore. Molto rumore, anche se, quando il carnefice è l’Atalanta di Gasperini, sembra sempre tutto normale. Anche se, dal punto di vista del Milan, di normale purtroppo c’è ben poco. Se n’è discusso a lungo e, senz’altro, il percorso dei rossoneri trova nei ragazzi spietati di Gasperini, una squadra destinata ad agire da giudice. Già, perché più volte si è parlato di quel famigerato 0-5 di dicembre 2019. Quel ‘lunch match’ che affondò completamente i rossoneri, prima di riemergere. E se, dopo più di un anno, si ripete la stessa partita, di normale c’è ben poco, almeno per il Milan, differentemente dall’Atalanta.

È finita 0-3 stavolta ma, se si fosse nuovamente conclusa 0-5, credo che nessuno avrebbe potuto parlare di risultato ingiusto. Il Milan aveva già perso in stagione, contro Lille e Juventus. Sempre tre gol subiti ma, se nelle passate debacle, si poteva comunque elogiare la coesione tattica del gruppo, ieri sera il Milan è naufragato miseramente, senza capacità di replica alcuna. Sconfitta indolore nella classifica, perché l’Inter non ne approfitta e perché, i 43 punti del girone d’andata, rendono comunque i rossoneri campioni d’inverno. Sconfitta terrificante, dal punto di vista morale e per il brusco stop nella crescita degli uomini di Stefano Pioli.

Pioli sbaglia tutto

Proprio il tecnico rossonero è uno dei maggiori indiziati, anche se dopo un crollo del genere la responsabilità si spalma a 360 gradi su tutti gli interpreti. Tuttavia Pioli, così come Ibrahimovic, è lo specchio perfetto delle tante motivazioni che hanno portato ad una simile serata. Stefano Pioli sbaglia completamente e, l’ultima volta che si è visto un Milan così confuso e privo di idee, era l’8 marzo 2020, nel match perso in casa contro il Genoa. Gasperini studia i rossoneri, li osserva, li analizza e ogni sua mossa ingabbia perfettamente ogni possibile sortita. Pioli si lascia andare ad un pizzico di presunzione e, i suoi giocatori, fanno altrettanto. La scelta di Meité titolare, facilmente criticabile a posteriori, portava delle perplessità fin dal principio, di natura tattica. Perché cambiare la propria veste? Certamente Brahim Diaz non avrebbe potuto cambiare molto ma, avrebbe quantomeno confermato le convinzioni strutturali del Milan, contro un avversario come l’Atalanta. Perché tra i tanti meriti di Pioli, in questo ‘titolo d’inverno’, c’è quello di aver sempre costretto gli avversari ad adattarsi al Milan, ieri i rossoneri fin da subito si sono prestati allo strapotere dell’Atalanta.

Gasperini ingabbia perfettamente il Milan e lo distrugge

Di contro, Gasperini sembra esser stato a Milanello per tutto il 2020. Conosce perfettamente il Milan e, soprattutto, sembra sapere precisamente chi è in calo e chi no. Per questo, ordina a Duvan di staccarsi dal centro dell’area per fronteggiare Calabria. Il terzino rossonero è tra i più in forma e, il tecnico ex Genoa sa benissimo che va affrontato con uno strapotere fisico che solo il colombiano poteva dare. Nello stesso modo, sembra avere un’idea ineccepibile delle fragilità difensive di Theo Hernandez, per questo gli assegna il peggiore nemico possibile: Josip Ilicic. A discapito del ping pong tra gli esterni Gosens-Hateboer, adibiti ad un costante ed efficace lavoro di ‘tamponamento’ sul centrocampo del Milan. Gasperini è geniale, e il 3-0 è il giusto riconoscimento. Pioli si lascia andare ad un pizzico di superficialità, tanto come Zlatan Ibrahimovic, dedito più alle scaramucce che alla maturità mostrata nel suo gruppo di giovani. L’imperatore Marco Aurelio, in antichità, assunse un servo che, tra le lodi quotidiane dei popolani gli sussurrasse all’orecchio: “Sei solo un uomo, sei solo un uomo”. Allo stesso modo l’Atalanta, in modo brutale, sussurra al Milan: “La strada è ancora lunga… molto lunga”.