Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan e opinionista, ha rilasciato una breve dichiarazione ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Il tema principale è stato quello relativo al club rossonero ma con una prospettiva legata alla prossima stagione e allo scudetto.
“Un gruppo giovane con qualche elemento più maturo, tipo Ibrahimovic e Giroud. Progetto che condivido, anche perché realizzato rispettando il bilancio”.
“L’entusiasmo. Ha fatto la differenza nello scorso campionato, quando il gruppo è andato oltre i propri limiti. C’è il rischio che qualcuno si senta arrivato. Pioli dovrà vigilare. E serve un gioco corale: il Milan non ha esperienza e le qualità individuali della Juve, deve arrivare attraverso la manovra a superare l’avversario”.
“Candidato sì, favorito no. Se i rossoneri riusciranno a fare un passo in avanti verso l’interiorizzazione del gioco, allora nessun traguardo è precluso. Intendo che i calciatori devono arrivare a fare proprio il gioco a tal punto che le azioni nascano quasi automaticamente. La Nazionale di Mancini dovrebbe aver insegnato qualcosa, no?”.
“A parte la questione dell’appagamento dopo una stagione positiva, mi chiedo come stanno Ibra e Giroud. Quante partite riusciranno a giocare? E poi: Kessie, Calabria, Kjaer si confermeranno ad alti livelli? Inoltre non dimentichiamo che la Champions League porta via energie preziose a gente esperta, figuriamoci ai giovani che si basano sul ritmo e sulla velocità. Qualche dubbio c’è, ma Pioli e i dirigenti sapranno come risolverlo”.