Monaco, Clement: “Onorato di essere qui, voglio creare una famiglia”

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(Photo by VALERY HACHE/AFP via Getty Images)

Philippe Clement, nuovo allenatore del Monaco, subentrato all’esonerato Kovac, è stato presentato oggi in conferenza stampa. Le sue parole:

SULL’ARRIVO AL MONACO:Sono molto felice di essere qui, in un progetto davvero ambizioso, con molti giovani giocatori e un buon equilibrio in rosa tra questi giovani giocatori e giocatori più esperti. Ho partecipato ad alcuni progetti davvero interessanti in Belgio negli ultimi anni, ma sono molto onorato di essere qui, all’AS Monaco, in uno dei primi cinque campionati del mondo, e spero di avere successo come in Belgio“.

SULLA SUA ANALISI DELLA ROSA:Non ho avuto molto tempo da quando sono arrivato, ma negli ultimi giorni abbiamo visto molte partite della squadra. Ho anche già avuto le mie impressioni perché ho seguito l’AS Monaco la scorsa stagione e stavo guardando le esibizioni di Krépin Diatta, il mio ex giocatore al Club Bruges. Avremo necessariamente bisogno di un po’ di tempo per adattarci a conoscere i giocatori e soprattutto la loro personalità, ma inizieremo oggi“.

SULLA SUA CONOSCENZA DELLA LIGUE 1:Con il Club Bruges, abbiamo affrontato il PSG negli ultimi anni in Champions League, quindi ho visto molte partite di Ligue 1. E poi come allenatore, lavoriamo in relazione con la squadra di scouting e ci sono molti giocatori interessanti in Ligue 1, quindi ho visto molte partite di questo campionato molto fisico, con molto impegno, che alla fine non è così diverso dal campionato belga nello stile di gioco, anche se il livello è più alto“.

SUL SUO STILE DI GIOCO:Dobbiamo sempre adattarci alle qualità dei giocatori, ma voglio comunque avere una squadra dominante,che giochi in modo offensivo, con molto impegno e voglia. Con i miei ultimi club, ho fatto evolvere le mie squadre in sistemi diversi, ma sempre con l’idea di essere dominante, in campionato come in Coppa dei Campioni. Anche se l’avversario a volte è più forte, dobbiamo essere noi stessi e giocare il nostro gioco“.

SUI SUOI METODI DI GESTIONE:Voglio creare una famiglia, in modo che tutti vadano nella stessa direzione. A volte è difficile, ma è interessante crearlo. Vogliamo conoscere i giocatori ma anche la loro mentalità. Con il mio staff, questa è stata la nostra forza negli anni passati. Penso sempre alla prossima partita, per vincerla, ma anche per creare una buona atmosfera all’interno dello spogliatoio e del club, con giocatori ambiziosi, che non hanno paura di perdere. Devi essere il più forte possibile e creare una mentalità vincente all’interno della forza lavoro”.

SULLA PRESSIONE DEL RISULTATO:Il calcio rimane soprattutto una passione. Conosco bene la pressione perché quando sono tornato a Bruges per allenare dopo aver vinto il titolo con il Genk, quello era anche l’obiettivo del club e l’abbiamo vinto due volte di fila. La pressione c’era, dato che il Club Bruges era stato campione solo due volte consecutivamente una volta nei suoi 130 anni di storia. Mi piace questa pressione, non è negativa perché mostra le ambizioni del Club. È un ambiente interessante e in cui mi sento a mio agio“.