Morata, un Europeo in salita per uscirne più forte

Fin qui, l’Europeo di Alvaro Morata è stato un incubo. Inutile girarci intorno: il rigore sbagliato ieri contro la Slovacchia, che non ha comunque pesato sul risultato finale, è stato l’ultimo di una serie infinita di errori. Certo non lo sta aiutando la sorte, ma se l’allenatore della Spagna, Luis Enrique, lo difende a spada tratta, lo stesso non sembrano fare i tifosi della Roja. Che, ancor prima dell’inizio di Euro 2020, erano già sul piede di guerra. Non è particolarmente amato il centravanti della Juventus, capace con una certa leggerezza di passare da una squadra all’altra di Madrid, prima di tornare in bianconero.

Eppure, sembra imprescindibile. I numeri del bomber, in effetti non ce li ha mai avuti, né in Spagna, né in Italia, né in Inghilterra. Ma il lavoro che fa per gli altri è preziosissimo, e lo sanno bene i tecnici che lo hanno allenato, da Allegri a Pirlo, fino appunto a Luis Enrique. Dimostrando sempre una certa impermeabilità alle critiche, che gli sono spesso piovute addosso. Non è un fenomeno, Alvaro Morata, ma è l’attaccante giusto per giocare al fianco di chiunque. Poco appariscente, certo, ma da questo Europeo, che entra adesso nel vivo, non può che uscirne più forte.

Ammesso che si possa essere, mentalmente, più forti di così. Di certo, non ne uscirà diverso. Di ritorno alla Juventus, continuerà a segnare il giusto, a sbagliare qualcosa di troppo sottorete, ma anche a lavorare per i suoi compagni, si chiamino Dybala, CR7, Tevez, Giovinco o Matri. Se Allegri, che l’ha già allenato nei suoi primi anni a Torino, l’ha voluto un altro anno con sé, un motivo ci sarà. E se nella Spagna di Luis Enrique è una pedina imprescindibile, non può essere un caso, o un’allucinazione collettiva. La realtà sta nel mezzo. La Roja non ha centravanti migliori di lui in rosa, e la Juventus, in Morata, ha la prima alternativa ai titolari.