Murphy, Maignan, Kvara: la Champions una bella illusione, ora lo Scudetto diventi una solida realtà

Il cammino del Napoli in Champions League si ferma ai quarti di finale contro il Milan. Ora è tempo di rimpianti, di cosa non ha funzionato, perché e per come quella macchina da guerra si è inceppata proprio sul più bello (e con i favori del pronostico).

Murphy, Maignan, Kvara: la Champions una bella illusione, ora lo Scudetto diventi una solida realtà

Il primo è senza dubbio Victor Osimhen, assente all’andata e sceso in campo ieri non in forma ottimale dopo il problema muscolare delle scorse settimane. L’attaccante nigeriano ha segnato il gol dell’1-1 nel recupero, ma nel corso della gara ha faticato davvero tanto stretto nella morsa Kjaer-Tomori. Tutta la squadra si è presentata al gran ballo senza il vestito buono: sul banco degli imputati ci è finito (proprio lui) Kvaratskhelia… e non solo per il rigore.

Il georgiano, infatti, è stato imbrigliato dal capitano milanista Calabria, ha avuto un paio di occasioni gettate al vento e ha spesso preferito incaponirsi in dribbling egoisti, piuttosto che giocare di squadra. Era in forma, ma sebbene abbia avuto a disposizione un sacco di palloni, non aveva quel ritmo esplosivo e non è stato pericoloso come all’inizio della stagione. Resta la stella cometa di questo Napoli (insieme ad Osimhen), ma nelle ultime settimane sembra essere troppo stanco e con lui il Napoli.

Agli azzurri non è mancato il coraggio, né la volontà, ma nell’arco di una partita giocata all’attacco, con il cuore, non ha mostrato furore. Ha sparato (solo) a salve. Tra andata e ritorno il Milan ha avuto il grande merito di capitalizzare quasi tutte le occasioni create, mentre il Napoli ha sciupato troppo. E alla fine certi errori si pagano a caro prezzo. Dal punto di vista tattico, il Napoli ha fatto la partita che poteva e che doveva fare. La squadra di Spalletti è mancata sotto due aspetti, la fortuna e l’attenzione ai dettagli. E se è vero che se qualcosa può andar male, lo farà, citando la legge più nota di Murphy, la prevedibilità e la difesa a campo aperto fanno il resto. Rendono Leao imprendibile (all’andata a farla da padrone ci ha pensato Brahim), Maignan acchiappafantasmi di livello assoluto.

Al di là delle consuete polemiche arbitrali, che hanno infiammato il dibattito sia all’andata che al ritorno, il Milan ha obiettivamente avuto qualcosa in più nei 180 minuti: la consapevolezza nei propri mezzi figlia del 4-0 in campionato di inizio aprile. Ora bisogna rialzare la testa: attenzione massima al campionato (sin qui) spettacolare che sta disputando la banda Spalletti. La classifica dice ancora +14 sulla Lazio seconda a otto giornate dalla fine. Si avvicina il tri(s)colore, nonostante il rammarico europeo Napoli si prepara a festeggiare arrivando davanti a tutti in Italia.