L’Editoriale – Trentatrè lunghissimi anni… Il Napoli è Campione d’Italia!

Napoli campione editoriale

(Photo by ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Dopo trentatrè anni, il Napoli si laurea Campione d’Italia per la terza volta nella sua storia, di seguito l’Editoriale per Calcio in Pillole.

L’Editoriale – Trentatrè lunghissimi anni… Il Napoli è Campione d’Italia!

Udinese
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Si ripartiva dal un afoso due settembre del 2008, quando sotto i colpi del Pampa Sosa e le giocate del Pocho proprio a Udine il Napoli (ri)presentava il più ambizioso dei biglietti da visita alla massima categoria. Dopo retrocessioni, umiliazioni ed il limbo del fallimento il Napoli cercava, a fatica, di riabilitarsi nel paradiso degli ann,i Ottanta. Passando da quello spareggio al Da Luz nel 2008 all’evidente difetto caratteriale nella prima sfida Scudetto dell’era De Laurentiis in un San Siro rossonero, nell’inverno 2011. Le tante, troppe, prove del nove fatidiche e fallite, dal gol di Zaza nell’ultimo quarto alle siderali distanze Ancelottiane. Le ingiustizie, da quel pomeriggio di tensioni argentine proprio in Friuli al dannato albergo di Firenze. Un pellegrinaggio che ha riportato gli azzurri proprio a Udine.

Sin dai primi minuti il Napoli mette in chiaro le proprie intenzioni. Baricentro altissimo e costruzione offensiva continuata, con la ricerca dell’imbucata che possa saltare la linea di centrocampo bianconera. L’Udinese si abbassa molto, forse troppo. Le linee non sono compatte come probabilmente il tecnico preferirebbe.

Sottil chiama i suoi verso porzioni di campo più favorevoli, sfruttando anche le praterie ed i duelli che gli azzurri concedono dietro l’ultima linea di difesa. L’allenatore bianconero vorrebbe maggiore costruzione da parte dei suoi, che ritrovano il possesso dopo un esordio di gara ampiamente favorevole agli ospiti. Proprio in un’azione prolungata, i friulani trovano la rete del vantaggio. Un gioiello. La conclusione di Lovric è un arco di cinismo che si stampa all’incrocio infrangendo i sogni di gloria degli azzurri.

Il Napoli riprende timidamente a tessere una manovra quanto più scevra possibile dal peso dell’emotività. D’altronde, il sogno esige soltanto un punto. Le occasioni, però, latitano. Per le economie di Spalletti ritrovare il proprio nove è un fattore determinante. La squadra tenta, con insistita assiduità, di coinvolgere Osimhen nelle trame di gioco. Il nigeriano battaglia, sprinta, pressa. Tuttavia, non riesce mai a trovarsi nelle condizioni favorevoli a sbloccare il lungo digiuno di campionato.

La marcatura del terzetto friulano è forte, decisa. Bijol, Perez e Becao seguono il nove azzurro in qualsiasi landa del campo egli si diriga. Con imponenza si contende il pallone, riuscendo a limitare la verve del nigeriano. Anche l’isolamento di Kvaratskhelia rispetta il trend delle ultime gare. Il georgiano necessiterebbe, a tal motivo, di sovrapposizioni e supporto che stentato a concretizzarsi sulla fascia sinistra.

Nulla di meglio di un calcio piazzato per sbloccare l’inerzia della manovra, e della copertura udinese. Chi meglio di Victor? Proprio lui, che rompe il digiuno e scatena la gioia di milioni di azzurri nel Mondo. La respinta che libera i partenopei dal peso insostenibile dell’epico, e conduce una intera città in estasi.

L’Udinese tenta la reazione d’intensità. Il baricentro si alza ed il fraseggio risente dell”obbligata orizzontalità. Il Napoli copre bene ogni spazio e si chiude a difesa del proprio sogno.

Poi un recupero che sembra non finire mai, ed giubilo che esplode al triplice fischio, atteso per oltre tre decenni…

L’Editoriale – Trentatrè lunghissimi anni… Il Napoli è Campione d’Italia!

Napoli campione editoriale
(Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

Partita di solidità ed affidabilità. Una prestazione gagliarda dei bianconeri, mai disposti a recitare la parte dei comprimari nella festa partenopea. L’Udinese si conferma squadra dalla ferrea compattezza. Le marcature sui gioielli offensivi partenopei hanno garantito alla squadra la giusta sicurezza per ambi tratti della gara. La gabbia su Kvaratskhelia è la costante tattica che ben si sposa con l’atletismo con il quale i centrali hanno duellanti con Osimhen. Riuscire a fronteggiare il palleggio insistito degli azzurri non è compito facile. Gli uomini di Sottil, tuttavia, hanno rischiato davvero poco. I friulani hanno puntato su elementi (quasi sempre) decisivi come l’intensità e la fisicità. Una gara che costituirà l’ottima base da cui ripartire per chiudere al meglio una stagione assolutamente felice.

Il pellegrinaggio dei partenopei si conclude, finalmente. I napoletani si riabilitano e calcano il paradiso calcistico sfiorando con mano l’immortalità. Trentatré anni sono un digiuno che si acuisce della sofferenza degli eventi. Più di tre decenni nel ricordo, ancorati a malinconie e déjà vu che non trovavano mai concreto riscontro nella realtà. Oggi, però, la storia torna alle pendici del Vesuvio e riscrive il libro dei ricordi. Oggi è il giusto coronamento di un percorso mai troppo dissimile dall’imperfettibile. Un Napoli mai domo. Il Napoli Campione che non ha mai risparmiato nulla nell’inseguire un sogno. Quand’anche il vantaggio lo consentisse gli azzurri non hanno mai rinnegato condotta ed identità. Un dominio che oggi trova il suo definitivo compimento. Trentatré anni sono tanti, forse troppi. Se leggete queste righe ed avete il cuore azzurro, sappiate che esse giungono al termine. Coloratevi d’azzurro e scendete in strada a gioire. Siete Campioni!