Napoli Capitale – Partenopei inarrestabili, è un campionato a parte quello azzurro

Ora possiamo dirlo, senza fronzoli. Luciano Spalletti è il deus ex machina. Il tecnico di Certaldo è il vero mattatore e ha creato una macchina perfetta che corre anche grazie alla sua fame insaziabile. Il suo gruppo è un rullo compressore, una macchina perfetta, appunto. La sua squadra fa storia a sé…

Napoli Capitale – Partenopei inarrestabili, è un campionato a parte quello azzurro

Stavolta è stato ancora più evidente, il gap. E non perché l’avversario non sia stato all’altezza, anzi. Il Napoli continua la sua volata solitaria in vetta alla classifica e supera anche Mourinho e i suoi “bambini” con l’ennesima prova di spessore e carattere. Facile? Tutt’altro. La Roma ha cominciato la partita pressando a tutto campo; sembrava addirittura aver costretto Osimhen e i suoi sulla difensiva. Ha persino sfiorato il gol, o meglio, l’autogol, con un colpo di testa all’indietro di Kim che ha sfiorato il palo con Meret che nel frattempo era uscito (forse, quando Alex imparerà a dire “mia” in coreano, non ci saranno topiche del genere). Attendista e guardingo, il gruppo Spalletti. Con il fare di chi sapeva che avrebbe potuto segnare alla prima occasione. Sornione, scaltro, come le faine, che preparano i loro agguati all’imbrunire.

Spalletti, che questa squadra ha creato e cesellato giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento con la pazienza di un orafo, sprona i suoi durante l’esibizione sul palco del gol, strigliandoli e facendoli stare sul pezzo anche nei momenti di maggior estetismo. Poi, quando forse la squadra percepisce un minimo (di giustificato) appagamento, stravolge il cast lanciando in scena attori a caccia di un’occasione per mettersi in mostra. E cosa succede? Il figlio d’arte dai tratti sudamericani lo ripaga con un gol stupendo, che vuol dire +13 dall’Inter, seconda. C’è sempre un momento, mentre si racconta una storia, che si percepisce come unico, decisivo, fatale. Motivo in più per credere che sia davvero l’anno buono per coltivare il sogno dello scudetto, anche se si è soltanto all’inizio del secondo atto…