Napoli, il calo del mese di aprile con un finale ed un percorso completamente diverso rispetto alla passata stagione

Napoli, il calo del mese di aprile

(Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP) (Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Il Napoli dal rientro dalle Nazionali, nel mese di aprile, ha subito un calo fisiologico, un po’ come accaduto anche nella passata stagione. Naturalmente due campionati completamente opposti non solo per il raggiungimento dell’obiettivo finale, distante soltanto un punto ma anche per il percorso stesso. Sono otto i punti conquistati sui quindici a disposizione: due vittorie, due pareggi e una sconfitta. Inoltre senza dimenticare l’eliminazione nel doppio confronto con il Milan in Champions League. Un calo naturale e qualche occasione sprecata, per una squadra che tranne la fase di rodaggio iniziale, non ha mai dato segnali di cedimento.

Napoli, il calo del mese di aprile con un finale ed un percorso completamente diverso rispetto alla passata stagione

Nella passata stagione il calo in quel trittico di partite (Fiorentina, Roma ed Empoli) costò la possibilità di giocarsi lo Scudetto fino alle ultime giornate insieme alle milanesi. Anche il percorso, però, è completamente diverso. Dopo il buon inizio di stagione, con dodici risultati utili consecutivi in campionato, gli azzurri solo in altre fasi diverse tra loro in stagione, riuscirono ad inanellare una serie di tre vittorie consecutive. Quest’anno la musica è stata completamente diversa. Lo stesso vale anche in termini di infortuni, che avevano attanagliato i partenopei negli ultimi due anni di gestione, tra Gattuso e Spalletti. A sei gare dal termine, ovvero i 18 punti a disposizione, sono gli stessi che separano il Napoli dalla Lazio di Sarri. Il primo match point Scudetto, dopo l’assist dell’Inter contro la Lazio, è stato sprecato ma è questione di giorni.

Lo stop interno contro la Salernitana, di conseguenza, resta un rammarico per non aver potuto festeggiare davanti ad una cornice di pubblico ed una città pronta alla grande festa. Uno sventolio di bandiere azzurre allo Stadio Diego Armando Maradona e per le strade del centro storico, come mai si era visto negli ultimi anni. Questo la dice lunga sul campionato fatto, dominato con oltre venti punti sulle semifinaliste italiane di Champions ed Europa League. A fare la differenza sono state le due strisce di vittorie consecutive, ottenute nei periodi più cruciali del campionato: da settembre a novembre (11) e da gennaio a febbraio (8).

Un lavoro iniziato in estate e programmato per affrontare la stagione in questo modo dal punto di vista fisico. Tra l’altro chi meglio di mister Spalletti poteva affrontare un campionato con un lungo stop nel mezzo. Una situazione del genere l’aveva vissuta in Russia ai tempi dello Zenith. Un richiamo alla preparazione durante il ritiro turco che ha dato l’impressione di partire scarichi alla prima dell’anno nuovo con l’Inter, per poi fare il rush decisivo per lo Scudetto che si andrà raccogliere – con ogni probabilità – tra mercoledì e giovedì.

Napoli, il calo del mese di aprile con un finale diverso

Napoli, il calo del mese di aprile
(Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP) (Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

La sconfitta sonora con il Milan è stato un primo segnale, la prestazione di Lecce una conferma. A respingere l’idea ci ha pensato la prestazione ed il dominio a San Siro nonostante l’assenza di una punta in Champions League, ma la gara di ritorno e le ultime apparizioni confermano il momento degli azzurri. Nonostante il dominio territoriale, il pallino del gioco e la continua ricerca di quest’ultimo, a mancare è la brillantezza e la lucidità di qualche mese fa. Anche negli uomini che hanno stracciato record su record, come Osimhen e Kvaratskhelia. Il georgiano ha avuto la possibilità di mettere fino al discorso Scudetto, tra le tante occasioni, anche all’80’ prima della giocata di Dia. È un periodo che va così, ma nessun dramma.

Ciò che hanno fatto gli azzurri resterà indelebile nei libri di storia calcistica. Così come, appunto, aver vinto il primo Scudetto dopo gli unici due conquistati nell’epoca di Maradona. Inoltre arrivati a questo punto, quando mancano gli ultimi kilometri per il traguardo, il carico emotivo, soprattutto in una piazza del genere, non è indifferente ed ogni pallone inizia a pesare come un macigno. Non è stato il 30 aprile, sarà una sera di maggio, tra il quattro ed il cinque, un punto medio tra le date del primo e secondo Scudetto.