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Napoli, il punto di Giuntoli: “Kvara rimane con Spalletti. Haaland il più grande rimpianto”

Il Napoli intriga l’Italia, l’Europa, il mondo. Uno degli artefici del capolavoro è sicuramente Cristiano Giuntoli che si è raccontato ai microfoni de Il Corriere dello Sport in esclusiva. Queste le sue parole:

Sul capolavoro finora: “Nasce dalla competenza e dal coraggio della proprietà che nei suoi diciotto anni ha dato dimostrazione di sé. Nonostante la pandemia, De Laurentiis ha investito per arrivare ad Osimhen e concesso il via libera per una campagna acquisti invernali che poi è stata rivalutata dal campo. Ma chi sta nel calcio sa che possono esserci vuoti d’aria”.

Sulla propria storia con De Laurentiis: “Non nego le incomprensioni con De Laurentiis ma ditemi voi se dentro un rapporto decennale non possa esserci una fase critica. A lui forse non piacque qualche mio atteggiamento e, visto come andavano le cose allora, magari pensò anche di qualche scelta tecnica sbagliata. Io considero De Laurentiis un fuoriclasse, un manager fuori dal tempo, con una visione straordinaria del futuro. Lungimirante come pochi. Le frizioni sono sparite in fretta, abbiamo ricominciato a dialogare scegliendo questa nuova strada, e abbiamo creato un rapporto familiare”.

Su Spalletti: “Partecipa in maniera attiva alla costruzione della squadra. C’è una sintonia totale. Non si è mai da soli, in queste scelte. C’è una opzione per il rinnovo per un altro anno fissato a favore della società”.

Su Kvara: “Di lui avevamo cominciato a chiacchierare ai tempi di Ancelotti. La prima richiesta di 30 milioni del Rubin Kazan ci gelò e ci tirammo indietro. La guerra in Ucraina ha modificato la valutazione e con Khvicha alla Dinamo Batumi ci siamo rifatti avanti. Con il management di Kvara ci sono rapporti consolidati, avremo modo di parlare e di aggiornarci. C’è simpatia e stima tra noi e abbiamo quattro anni e mezzo da onorare. Certo, nessuno è insensibile alle risposte ricevute dal campo, ma non ne farei un caso”.

Su Kim: “Me lo consigliò Massimiliano Maddaloni, che nel 2011 è stato con me a Carpi. Era il vice di Lippi in Cina e mi disse di tenere d’occhio questo ragazzone. Ci mettemmo all’opera, secondo le nostre abitudini. Faccio chiarezza: c’è una clausola, valida solo per l’estero”.

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Antonio Di Cello