Napoli, l’asino come mascotte: la sua origine

(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Vi siete mai chiesti perché il Napoli abbia come mascotte l’asino, o come chiamato in dialetto o’ ciuccio? Innanzi tutto c’è da dire che il club ha adottato questo simbolo solo nel corso degli anni.

All’inizio c’era il cavallo. Ma non era un cavallo qualsiasi, bensì si trattava del Persano, simbolo del Regno di Napoli. L’adozione di questo simbolo durò poco. A partire dagli anni ’20, cioè dagli anni della fondazione del club, il Napoli fu protagonista di numerose sconfitte e prestazioni abbastanza deludenti. Ecco quindi che spunta l’asino: nella città si diffuse la voce che più che un cavallo, il simbolo era un ciuccio. Un simbolo più appropriato per una squadra che si dimostrava impreparata.

Addirittura, tra i tifosi ci fu chi paragonò l’animale attribuito al club, a quello di Fechella, un ambulante originario di Torre del Greco che sul finire degli anni ’20 si aggirava per le città proprio con un somaro, trasportando generi alimentari nel rione Luzzatti. Da quel momento in poi, la mascotte dei partenopei diventò l’asino e così è tutt’oggi, nonostante alcuni, come il presidente De Laurentis, stiano pensando a reintrodurre il più regale cavallo del Regno di Napoli.