Napoli, è tutto OK. Il segreto? La famelicità

Come si ferma il Napoli? La domanda è lecita e da inizio stagione, prima con scetticismo, poi con supponenza e ora quasi con rassegnazione delle avversarie la risposta è sempre la stessa. Avete presente fermare un treno in corsa? In settimana, Luciano Spalletti, oltre ad allenare perfettamente i suoi ragazzi – scrive la rosea –, evidentemente li nutre a pane e acqua perché scendono in campo affamati e determinati in maniera spietata a vincere

Napoli, è tutto OK. Il segreto? La famelicità

Da queste parti, quando si ottiene una piccola vincita al Lotto, è buona cosa lasciare una piccola parte della somma incassata al proprietario dell’attività dove si è giocato. Si ringrazia la Dea Bendata compensando il tramite. Ma se la vincita è importante, è tutto il quartiere che si aspetta di essere ricompensato. Ti abbiamo cresciuto, quanto sei bello, ti abbiamo reso la persona che sei, non credi sia arrivato il momento di restituire? Ebbene, quando si parla di calcio, sempre da queste parti, il discorso fila…

Se adesso tutto torna è perché Spalletti ha creato: ha diffuso un pensiero di calcio, ha infiltrato ambizione, ha raccolto ed esaltato i segnali di una squadra che da anni gioca per occupare la metà campo avversaria ed oggi arriva in fondo, in porta. Sembra, ci riferiamo a Spalletti, arrivato alla sua vendemmia pallonara: come se anni di bella semina esplodessero ora in superficie. Con questo gruppo. Dalle stelle Kvara ed Osi, passando per i (furono) bistrattati Mario Rui e Meret, finendo per gli attori part-time Elmas e Simeone. Tutti, nessuno escluso. Basti pensare al sostegno riservato ieri all’italo-tedesco Diego Demme (in campo per gli ultimi scampoli di gara contro la Cremo) dei cinquantamila presenti perché sanno che servirà anche lui alla causa scudetto. Vince? Non fa più notizia. Convince? Nemmeno sorprende.

E allora? Quello che continua ad incantare del Napoli, anche all’interno di una prestazione meno brillante di altre, è la costante ricerca del gioco e del gol a partita già ampiamente chiusa. E pure la consapevolezza dei propri mezzi. Oltre ad allenare perfettamente i suoi ragazzi, Spalletti evidentemente li nutre a pane e acqua perché scendono in campo affamati e determinati in maniera spietata a vincere. Due numeri? 77 e 9, ancora loro, i gemelli del gol, meravigliosa incoscienza, secondo la Smorfia. E fame insaziabile.