(Photo by Jamie Squire/Getty Images)

André Schürrle nasce il 6 novembre 1990 a Ludwigshafen am Rhein, in Renania, e fino ai 16 anni gioca nel club della città. Calciatore polivalente, principalmente ala, ma capace di giostrare in tutti i ruoli del centrocampo e dell’attacco, a 15 anni sbarca al Magonza. Esordisce in Bundesliga nell’agosto del 2009, conquistando subito la fiducia di allenatore e club. Chiude la prima stagione con 34 presenze e 5 reti, ma è in quella successiva che guadagna le attenzioni del calcio tedesco e internazionale. Segna 15 reti in 33 presenze in Bundesliga, trascinando il Magonza al quinto posto finale, il miglior risultato della sua storia.

Nel 2011, tra i migliori talenti europei in circolazione, passa al Bayer Leverkusen, dove resta per due stagioni. Arriva anche l’esordio sul palcoscenico più prestigioso, quello della Champions League, con il primo gol segnato al Valencia. La stagione successiva André Schürrle chiude con 14 reti in 43 presenze complessive, ed è di nuovo tempo di cambiare.

Non solo squadra, ma anche Paese: Mourinho lo vuole al Chelsea, e nell’estate del 2013 fa le valigie e vola a Londra: costo dell’operazione, 22 milioni di euro. Chiude il campionato che porta ai Mondiali del Brasile senza alcun problema di ambientamento: gioca 43 partite e segna 8 gol. In estate, con la maglia della Germania, si laurea Campione del Mondo: è, curiosamente, il suo primo trofeo. Non ha ancora 24 anni, ma si è già guadagnato la gloria eterna: è suo l’assist nei minuti di recupero per il gol di Mario Götze che stende l’Argentina in finale.

A febbraio 2015 cambia di nuovo casacca, torna in Germania, questa volta al Wolfsburg, dove resta appena un anno e mezzo. Nell’estate del 2016, dopo gli Europei di Francia, giocati da titolare, va al Borussia Dortmund, con cui firma un triennale, ma dopo un altro anno e mezzo di alti e bassi, finisce in prestito prima al Fulham e poi allo Spartak Mosca.

C’è qualcosa che non va, in André Schürrle, ma non lo dà mai a vedere, da professionista esemplare qual è. Sotto la cenere, montano il disagio per un mondo, quello del calcio, che va troppo di fretta, ma anche la solitudine di chi, in quel business, ha passato tutta la vita. E allora, con un’intervista rilasciata al “Der Spiegel” i primi di settembre di quest’anno, Schürrle annuncia il suo addio al calcio. “Una decisione maturata, dentro di me, da tempo”, racconta al magazine tedesco. Ha ancora 29 anni, un fisico integro ed una carriera importante alle spalle. Ma non basta, se non ci sono la serenità e la libertà di essere sé stessi, con le proprie fragilità. Cosa che il calcio, come racconta lo stesso Schürrle, a certi livelli non ti permette. E allora, tanti auguri, André, e buona vita lontano dai campi di calcio.