Il 6 febbraio 1924, a Ironbridge, nella contea dello Shropshire, in Inghilterra, nasce Billy Wright. Scomparso nel 1994, ha scritto la storia del Wolverhampton, l’unica squadra in cui abbia mai giocato. Entra nelle giovanili dei Wolves a dieci anni, nel 1934, e a 15, nel 1939, fa già parte della prima squadra. Con la ripresa delle attività sportive, al termine della Seconda Guerra Mondiale, il Wolverhampton vive il periodo più vincente della sua storia. Guidato, per anni con la fascia al braccio, proprio da Billy Wright. Nel 1949 arriva la terza FA Cup della storia, dopo aver superato, nella finale secca di Wembley, il Leicester per 3-1.

Il meglio, però, deve ancora venire. Dopo il Charity Shield dello stesso anno, infatti, i Wolves vincono per la prima volta il Campionato inglese, nel 1954, chiudendo davanti a West Bromwich e Huddersfield Town. In mezzo al campo, ovviamente, Billy Wright, davanti una potenza di fuoco mai più vista dalle parti del Molineux Stadium. Dennis Wilshaw, Johnny Hancocks e Roy Swinbourne, insieme, firmano 74 reti, equamente divise, delle 96 totali della squadra. Il bis arriverà nel 1958, al termine di una stagione ancora più entusiasmante, chiusa con sole sei sconfitte davanti a Preston North End e Tottenham.

La statua che celebra Billy Wright all'esterno del Molineux
(Photo by Christopher Lee/Getty Images)

Per il capitano Billy Wright sono le ultime battute di una carriera straordinaria, che si concluderà l’anno successivo, con il terzo ed ultimo titolo di Campione d’Inghilterra nella storia dei Wolves. Dietro, quelle che saranno le corazzate dei decenni successivi, Manchester United ed Arsenal, in un simbolico finale di decennio. Con la fascia al braccio, 541 partite giocate, 19 reti segnate e neanche un cartellino giallo in vent’anni di calcio, Billy Wright lascia da eroe. Celebrato dai suoi tifosi, anni dopo, con una statua all’esterno del Molineux. Come se non bastasse, è stato anche il capitano più longevo della Nazionale Inglese, che ha guidato dal 1948 al 1959, partecipando a tre Mondiali, senza grossa fortuna.