Nati oggi: Dani Alves, il più vincente della storia

La lunga e non ancora conclusa carriera dell’oggi 38enne Daniel Alves da Silva, meglio conosciuto come Dani Alves, è un’infinita sequela di trofei. In venti anni, ne ha vinti ben 43, tra club e nazionali. Una media sopra i due titoli all’anno. Nel 2009 ne vinse addirittura sette con le maglie del Barcelona e del Brasile: Supercoppa di Spagna, Supercoppa Europea, Mondiale per Club, Liga, Copa del Rey, Champions League e Confederations Cup.

Nato a Juazeiro il 6 maggio 1983, Dani Alves è riconosciuto da colleghi e addetti ai lavori come uno dei migliori terzini destri della storia. Giocatore di buone capacità atletiche ma soprattutto dotato di un’eccellente tecnica, nonché di notevoli doti balistiche che lo rendevano prezioso in termini di gol e assist forniti. Sempre caratterizzato da grande lucidità e concentrazione, queste qualità mentali gli hanno permesso di compensare il calo di prestazioni fisiche con il passare degli anni e di fornire prove di grande livello con continuità.

Cresciuto nel Bahia, approda nel gennaio 2002 in Spagna, al Siviglia. Con gli andalusi giocherà per sei stagioni, vincendo una Coppa del Re, due Coppe Uefa, una Supercoppa di Spagna e una Supercoppa Europea. Richiestissimo sul mercato, nel 2008 passa al Barcelona di Guardiola. La prima stagione è subito triplete, pur senza giocare la finale di Champions di Roma (vinta 3-1 contro il Manchester United) a causa di una squalifica. Tra le fila dei catalani, Dani Alves gioca quasi 400 partite in otto anni, condite da 21 reti e soprattutto 23 trofei, tra cui altre due Champions League (oltre a quella del 2009) e sei campionati spagnoli.

Nel giugno 2016 arriva in Italia, alla Juventus di Massimiliano Allegri. La sua esperienza italiana rimarrà un chiaroscuro, soprattutto per la sua brusca fine. I bianconeri, che vinceranno scudetto e Coppa Italia (Dani Alves andò a segno nel 2-0 in finale contro la Lazio), arriveranno anche in finale di Champions ma saranno sconfitti dal Real Madrid per 4-1. Il brasiliano a fine stagione rescinderà il contratto con tono polemico. A ondate, il mistero sul suo addio torna alla ribalta per delle sue dichiarazioni, le ultime solo alcune settimane fa.

Dopo la Juventus, due stagioni in Francia al PSG, dove per non togliersi il vizio vince due Ligue1, due supercoppe, una coppa di Lega e una coppa di Francia. Poi il ritorno in Brasile, al San Paolo. Dove ad ora, indossando la maglia numero 10, non ha ancora alzato trofei. Ma ha alzato qualche polemica.

Lunghissima la sua carriera in nazionale, a partire dalla selezione U-20 con la quale vince il Mondiale di categoria nel 2003. Nel 2006, dopo la Coppa del Mondo di Germania, esordisce in nazionale maggiore. In 13 anni totalizza 118 presenze e 8 reti, spesso in competizione con Maicon come terzino destro titolare. Viene convocato per tutte le competizioni internazionali dal 2007 a 2019, anni dove peraltro vince la Copa America (nel 2019 da capitano). Salta tuttavia gli ultimi mondiali, causa infortunio. Sono l’unica competizione che manca nella sua bacheca. In verdeoro, vince anche le Confederations Cup del 2009 e del 2013, eliminando l’Italia in entrambe le occasioni.