Nati oggi: Davide Moscardelli, il bomber di provincia con la barba

Il 3 febbraio 1980, a Mons, in Belgio, dove il padre è in missione per l’Aeronautica Militare, nasce Davide Moscardelli. Quando la famiglia torna a Roma, inizia a giocare a calcio, e per anni milita nelle categorie inferiori. Dal 1997 al 2001 gioca nel Maccarese, tra Promozione e Eccellenza, segnando poco per un attaccante, ma mostrando colpi di talento puro. Nel 2003 fa il salto al professionismo: dopo un’ottima stagione al Guidonia Villanova passa alla Sangiovannese, in C2. L’anno successivo, il doppio salto, in Serie B, grazie alla Triestina, dove gioca una prima stagione strepitosa, segnando 16 reti in campionato. L’anno successivo, però, il suo rendimento cala vistosamente, insieme a quello di tutta la squadra.

Nel 2005, così, Davide Moscardelli riparte dal Rimini, sempre in Serie B, dove vive due stagioni senza grossi squilli. Non è un titolare fisso, ma quando viene chiamato in causa risponde presente. Nel 2007, comunque, si trasferisce poco lontano, al Cesena, sempre in Serie B: qui ritrova il posto fisso, e segna 15 reti, che non salvano i romagnoli dalla retrocessione. Va quindi al Piacenza in comproprietà, giocando due stagioni travagliate, ma scoprendo un ruolo nuovo, che gli darà grandi soddisfazioni: quello di punta esterna.

Nel 2010, dopo tanta gavetta e altrettanti cambi di maglia, arriva il tempo della consacrazione, e quindi della Serie A. Lo acquista il Chievo Verona, come attaccante di scorta di una batteria di cui facevano parte Paloschi, Thereau e Pellissier. Nei due annui e mezzo in Veneto Davide Moscardelli gioca poco ma sa farsi trovare pronto, entrando nel cuore dei tifosi per dedizione e senso del sacrificio. Nel 2013, a gennaio, passa al Bologna, e in quel periodo inizia il mito mediatico dell’attaccante con la barba incolta. Antesignano degli hipster, che presto avrebbero spopolato anche sui campi di calcio – almeno stilisticamente – smette di tagliarsi la barba. Al contempo, sui social attira l’attenzione di tanti amanti del calcio per ironia e sagacia.

In campo, al contrario, le cose non vanno benissimo. Con il club felsineo gioca pochissimo, e dopo tre reti in una stagione e mezza, riparte dal Lecce. Ossia, dalla Serie C, dove ritrova spazio, verve e gol. Senza mai tagliarsi la barba, che intanto diventa lunghissima. Nel 2016 passa all’Arezzo, dove vive altre due ottime stagioni, prima di passare al Pisa, l’ultimo club della carriera di Davide Moscardelli. Che dà un contributo determinante alla promozione dei toscani in Serie B, dove gioca l’ultima stagione giusto un anno fa, prima di entrare nello staff tecnico del club.