Nati Oggi: Enrico Albertosi, l’uomo ragno degli anni ’70

(Photo by Central Press/Getty Images)

Il 2 novembre 1939, a Pontremoli, nasce Enrico Albertosi, detto Ricky. Carattere estroverso e mezzi fisici fuori dal comune, lo portano presto alla ribalta del grande calcio. Nel 1958 approda alla Fiorentina, dove rimane per un decennio, conquistano due Coppe Italia e la prima edizione della Coppa delle Coppe. In quegli anni diventa il portiere titolare della Nazionale Azzurra, che deluderà, però, ai Mondiali del 1966. Agli Europei del 1968, gli unici vinti dall’Italia, Albertosi, pur tra i convocati, resterà ai box a causa di un infortunio, sostituito da Dino Zoff.

Quella stessa estate, passa al Cagliari, tra i primi colpi dei sardi che, nel 1970, conquisteranno il loro primo ed unico Scudetto. Le ottime prestazioni con la maglia rossoblù lo mantengono in cima alle gerarchie azzurre. Ai Mondiali del 1970, quelli di Italia-Germania 4-3, è Albertosi a difendere la porta della Nazionale. In finale, il Brasile ci dà una lezione di calcio, finisce 4-1, eppure quella squadra, ricca di talento e sfrontatezza, resterà per sempre tra le più amate di sempre.

Nel 1974 Ricky Albertosi, che intanto ha detto addio alla maglia azzurra, dopo la convocazione come secondo ai Mondiali del 1974, lascia Cagliari e approda a Milano, sponda Milan. Qui, nel 1979, conquista il suo secondo Scudetto, ma scrive anche la pagina più buia della sua carriera. Coinvolto, insieme a tanti altri calciatori, nello scandalo del calcioscommesse, subisce l’umiliazione della radiazione. Nel 1980, a 40 anni, e dopo oltre 650 presenze tra i professionisti, finisce così la storia nel calcio che conta di Ricky Albertosi. Che ha tenuto per anni in panchina Dino Zoff, inciampando alla fine sullo scandalo delle partite truccate che ha spedito il Milan, per la prima volta, in Serie B.