(Photo by Martin Rose/Bongarts/Getty Images)

Il 2 dicembre 1971, a Padova, nasce Francesco Toldo. Cresciuto tra USMA Caselle e Montebelluna, approda alle giovanili del Milan nel 1987. Da Milano, inizia un lungo giro d’Italia e di prestiti annuali, prima a Verona, in Serie B, dove sarà relegato al ruolo di terzo portiere. Poi al Trento, in C2, dove giocherà titolare. Quindi al Ravenna, in Serie C1, che con le sue parate trascina alla storica promozione in Serie B. Siamo nel 1993, e in cadetteria è appena retrocessa la Fiorentina.

I toscani, alla ricerca di un portiere, bussano alla porta del Milan per il prestito. Sarà amore a prima vista: Toldo chiude la prima stagione in Viola con appena 16 reti subite in 38 partite. L’anno successivo, con il ritorno della Fiorentina in Serie A, il prestito diventa comproprietà, e poi trasferimento definitivo. Nella culla del Rinascimento il portiere veneto rimane fino al 2001, vivendo per intero l’epoca straordinaria della Fiorentina di Batistuta e Rui Costa. Nel 1996 arrivano la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana.

Toldo in quel momento è tra i migliori portieri d’Italia e del mondo, ma per prendersi anche lo spazio che merita in Nazionale, dovrà aspettare la consacrazione internazionale. Che arriva nella stagione 1999/2000, quando la Fiorentina, guidata da Trapattoni, gioca la Champions League. In estate, ci sono gli Europei in Belgio e Olanda, e con Dino Zoff in panchina Toldo è il numero 12, anche in virtù degli addii di Peruzzi e Pagliuca alla Nazionale. Alla viglia della manifestazione, il numero 1, Buffon, si infortuna, e il portiere viola ha la sua grande occasione. Che sfrutta meravigliosamente, portando letteralmente l’Italia in finale. La sua prestazione nella semifinale contro l’Olanda, in cui para tre rigori, uno durante i tempi supplementari, e due dopo la fine dei tempi regolamentari e supplementari, è leggenda. In finale, nulla può contro i francesi, che ribaltano l’iniziale vantaggio azzurro.

Francesco Toldo balza agli onori della cronaca sportiva di tutto il mondo, e quell’anno arriva 14° nella corsa al Pallone d’Oro. Nel 2001, dopo la seconda Coppa Italia, anche a causa dei gravi problemi finanziari di Cecchi Gori, lascia Firenze e si accasa all’Inter. Nelle sue stagioni tra i pali nerazzurri, il club meneghino coltiva grandi ambizioni, sfiorando soltanto il successo, sia in Italia che in Europa. Con l’arrivo di Roberto Mancini, e soprattutto di Julio Cèsar, Toldo nella stagione 2005/2006 perde il posto da titolare. E le cose non cambiano neanche con Mourinho. Vincerà, da secondo portiere, 5 scudetti e una Champions League, prima di lasciare il calcio giocato nel 2010.