Il 9 gennaio 1978, a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, nasce Gennaro Ivan Gattuso, detto Rino. A 12 anni entra nelle giovanili del Perugia, con cui vince due scudetti Primavera di fila. Tra il 1995 e il 1997 assapora il campo, prima della Serie B, poi della Serie A. Nella primavera di quello stesso anno, arriva l’offerta dei Rangers, che Gattuso accetta di buon grado, rompendo con il Perugia, che fa di tutto per trattenerlo. In Scozia, nella stagione 1997/1998, diventa subito titolare, incarnando alla perfezione il ruolo di lottatore del centrocampo. Sarà la sua prima vera stagione nel professionismo, chiusa con 29 presenze e tre reti. Sulla panchina del club arriva Dick Advocaat, che schiera Gattuso difensore. Un equivoco tattico che porta il giovane calabrese a chiedere la cessione, e a fare ritorno in Italia.

La Salernitana, appena promossa in Serie A, spende 9 miliardi, ma verrà ampiamente ripagata, anche se lo straordinario campionato di Gattuso non basterà a salvare i campani dalla retrocessione. Nell’estate del 1999, diventa uno dei pezzi più ambiti sul mercato, e alla fine la spunta il Milan. In rossonero ci mette pochissimo a conquistare una maglia da titolare, e con l’8 sulle spalle diventa presto una bandiera del club. A Milano resterà per tredici lunghe stagioni, ricche di vittorie e trofei. Gattuso, tra il 1999 e il 2012, vince due scudetti (2004 e 2011), due Champions League (2003 e 2007), due Supercoppe Uefa (2003 e 2007), una Coppa del Mondo per club (2007).

L’apice della sua carriera, come altri campioni della sua straordinaria generazione, Gattuso lo tocca nel 2006. L’anno, cioè, del Mondiale di Germania. Che una Nazionale senza stelle, ma con una eccezionale etica del lavoro, riesce a vincere contro ogni pronostico. Mentre in Italia imperversa lo scandalo Calciopoli, Lippi crea una bolla in cui isola gli Azzurri che, partita dopo partita, guadagnano fiducia. Quando le reti di Grosso e Del Piero schiantano la Germania in semifinale, inizia a materializzarsi quello che, fino a poche settimane prima, era poco più di un sogno. In finale, c’è la Francia di Zidane, che come l’Italia non partiva certo tra le favorite. Alla fine, a spuntarla sono gli Azzurri: “Ringhio” Gattuso è il polmone della squadra, in ogni partita, ad eccezione di quella con il Ghana. Alla fine dell’anno, da Campione del Mondo, arriverà al 15° posto nella classifica del Pallone d’Oro.

Il Gattuso allenatore

Dà l’addio al Milan nel 2012, e dopo una stagione in Svizzera, al Sion, appende gli scarpini al chiodo. Senza, però, lasciare il calcio. Inizia infatti una carriera da allenatore che lo porta prima sulla panchina degli svizzeri, poi su quelle di Palermo e OFI Creta. Il salto di qualità lo fa a Pisa, tra il 2015 e il 2017, tra Serie C e Serie B. Stagioni che convincono il Milan ad affidargli prima la Primavera e poi la prima squadra. Esonerato nel 2019, dopo pochi mesi inizia la sua avventura al Napoli, al posto di uno dei suoi maestri più illustri, Carlo Ancelotti. Dopo aver chiuso l’esperienza partenopea ed essere stato per pochi giorni in estate l’allenatore della Fiorentina, attualmente è senza squadra.