(Photo by Ben Radford/Getty Images)

L’8 gennaio 1972, a Orzinuovi, in provincia di Brescia, nasce Giuseppe Favalli. Recordman di presenze con la maglia della Lazio (401), nella sua lunghissima carriera ha vestito anche le maglie di Cremonese, Inter e Milan. In Nazionale, tra il 1994 e il 2004, è sceso in campo 8 volte, mentre con l’Under-21 si è laureato campione d’Europa nel 1992.

Favalli cresce nella Cremonese, dove esordisce nel 1989, in Serie B. La stagione 1989/1990 i grigiorossi tornano in Serie A, e il giovane terzino diventa subito titolare. La Cremonese retrocede, ma torna nel massimo campionato già l’anno successivo, che per Favalli sarà quello della consacrazione. Gioca 31 partite, segna un gol e, dopo quattro stagioni in grigiorosso, passa alla Lazio, nell’estate del 1992. Cragnotti lo paga 5 miliardi di lire, e Favalli diventa un punto fisso dei biancocelesti per 12 stagioni. A Roma vince tutto: uno scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, tre Coppe Italia e due Supercoppe Italia. Sulla panchina biancoceleste si avvicendano gli allenatori, da Zoff a Zeman, da Eriksson a Mancini, ma Favalli sarà sempre titolare.

Nelle ultime due stagioni alla Lazio, con l’addio di Nesta, passato al Milan, diventa capitano della squadra di cui ha scritto la storia. Nel 2004, però, segue Roberto Mancini all’Inter, dove resta per due stagioni, vincendo uno scudetto (quello del 2006, a tavolino) e altre due Coppe Italia. Arrivato a fine contratto, Favalli cambia maglia ma non città: si regala 4 stagioni al Milan. In rossonero vincerà, pur senza giocarle, una Champions League, nel 2007 contro il Liverpool, e una Coppa del Mondo per club, contro il Boca Juniors. Scende in campo l’ultima volta nell’atto finale del campionato 2009/2010, a San Siro contro la Juventus, il 15 maggio 2010. Per più di vent’anni sulla ribalta, senza grande clamore appende gli scarpini al chiodo, come un calciatore qualunque. A dare uno sguardo indietro, però, i numeri di Giuseppe Favalli sono tutto fuorché quelli di un calciatore qualunque.