Nati oggi: Juan Pablo Sorín, il pupillo di Passarella

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Il 5 maggio 1976 nasceva a Buenos Aires Juan Pablo Sorín. Terzino sinistro versatile e laborioso, adattabile anche al centro o in posizione laterale più avanzata, era dotato di una tecnica brillante. Giocatore eccentrico al punto da fare un tunnel a Ronaldinho, era un difensore molto propenso a proiettarsi in avanti e abile nella conduzione del pallone. Vero pupillo di Daniel Passarella, che durante il suo mandato di ct della nazionale argentina lo fa debuttare 19enne in Albiceleste.

Cresciuto giovanili dell’Argentinos Juniors, fa l’esordio in prima squadra nel 1994 riscuotendo molti apprezzamenti. Nella primavera del 1995 Omar Sívori, uomo immagine della Juventus in Sud America, segnala alla dirigenza bianconera il nome di Sorín. All’epoca, l’argentino era dell’Under-20 campione del mondo in Qatar e contava tre presenze in nazionale maggiore. Viene acquistato per 1,6 miliardi di lire, ma gioca pochissimo: chiuso da Pessotto, colleziona solo quattro presenze complessive nell’anno della Champions vinta dai bianconeri.

A fine stagione torna in Argentina per vestire la maglia del River Plate. Con la casacca bianco-rossa disputa tre stagioni vincendo una Coppa Libertadores, una Supercoppa Sudamericana, tre Tornei d’apertura e un Torneo di Clausura.

Nel 2000 lascia l’Argentina e si trasferisce in Brasile, firmando un contratto con il Cruzeiro con il quale vincerà nello stesso anno la Coppa del Brasile. Nel 2002 torna in Italia, alla Lazio, che si trova nel pieno della crisi finanziaria dovuta al crack Cirio. Il suo trasferimento dovrà essere rinegoziato, non avendo i biancocelesti a disposizione i 3,5 milioni di euro pattuiti per il suo cartellino. Alla fine arriverà in presto, ma non sarà un’esperienza fortunata.

Nel corso della stagione Sorín trova poco spazio e il club non gli paga gli stipendi. Il giocatore prova a mettere in mora la società per ottenere lo svincolo, ma il collegio arbitrale respinge la sua richiesta. Nel gennaio 2003 torna al Cruzeiro che lo gira in Spagna, al Barcelona dove disputa 15 partite segnando una rete. Nell’estate del 2003 si trasferisce in Francia al PSG, dove vincerà una Coppa di Francia.

Nel 2004 passa al Villarreal, dove diventa un elemento centrale del submarino giallo. Nella stagione 2005-2006 raggiunge con gli spagnoli, alla prima partecipazione della loro storia, la semifinale di Champions League. Lo farà a spese dell’Inter, eliminata ai quarti grazie alla regola dei gol in trasferta. Nel match di ritorno, dove il Villareal s’impose per 1-0, Sorín fu vittima di una violenta gomitata in area da parte di Marco Materazzi. Non ci fu né rigore né espulsione, ma comunque la semifinale arrivò per il difensore argentino. Sempre nel 2006, Sorín gioca da capitano l’ultima gara con maglia della nazionale. Sono i quarti di finale del mondiali tedeschi, dove l’Albiceleste è piegata dai padroni di casa ai calci di rigore. In totale Sorín colleziona 75 gettoni in nazionale, con 11 reti.

Nell’agosto del 2006 viene acquistato dall’Amburgo, dove resta fino al 2008 per poi tornare ancora al Cruzeiro. Il 28 luglio 2009, a causa dei numerosi infortuni che hanno accompagnato gli ultimi anni della sua carriera, si è ritirato dal calcio giocato.