Nati Oggi: Lev Jašin, l’unico portiere che ha vinto il Pallone d’Oro

Jašin

(Photo by Central Press/Getty Images)

Tra calcio e hockey

Buffon, Neuer, Casillas: nessuno è mai riuscito ad eguagliare Lev Jašin, l’unico a vincere il Pallone d’Oro, nel 1963, giocando tra i pali. Nato a Mosca il 22 ottobre 1929, è considerato il migliore nel suo ruolo del XX secolo. In carriera, ha vestito una sola maglia, quella della Dinamo Mosca, conquistando, tra il 1949 ed il 1971, cinque campionati sovietici e tre Coppe dell’URSS. Fino al 1953, però, si divideva con uguale successo tra calcio ed hockey, disciplina nella quale, proprio nel 1953, vince la Coppa Sovietica.

La Nazionale Sovietica

Vive da protagonista il momento migliore del calcio sovietico, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. L’URSS, con Jašin tra i pali, vince l’oro alle Olimpiadi di Melbourne del 1956 ed il Campionato d’Europa del 1960 in Francia, battendo in finale (2-1) la Jugoslavia. Era la prima edizione della rassegna continentale, in un formato del tutto diverso da quello di oggi, con le sole finali a quattro giocate nello stesso Paese.

Nel 1964, ad ospitare gli europei è la Spagna, che nega all’URSS la gioia del secondo successo consecutivo (1-2). Non ha fortuna ai Mondiali, dove delude le aspettative nel 1962, in Cile, dove la Nazionale sovietica esce agli ottavi contro i padroni di casa. In Inghilterra, nel 1966, arriva invece il miglior piazzamento di sempre per l’Unione Sovietica, che chiude al quarto posto dopo la sconfitta in semifinale per mano della Germania.

I successi personali di un gentiluomo

Nel frattempo, nel 1963, vince il Pallone d’Oro, a coronamento di una stagione straordinaria, culminata con la vittoria del quinto ed ultimo campionato con la Dinamo Mosca. Jašin subisce appena 6 reti in 27 partite, ma ritirando il premio di France Football si dice sorpreso, e convinto che il collega croato Vladimir Beara fosse decisamente più bravo di lui.

Una modestia ed una galanteria tali da renderlo un vero e proprio mito. Tanto che, quando decide di ritirarsi, a 41 anni, nel 1971, lo stadio Lenin di Mosca trabocca di pubblico per la sua partita di addio. A celebrarlo accorrono 103.000 spettatori, ma le richieste sono ben 700.000.

Tale è stato il peso specifico di Lev Jašin nella storia del calcio e del ruolo, che dal 2019 France Football ha istituito il “Premio Jašin” per il miglior portiere. Nel 1978, invece, gli fu dedicato un asteroide: il 3442 Yashin. In patria, all’epoca come oggi, a trent’anni dalla sua morte, è considerato, a ragione, il più grande calciatore di sempre.